Mantenere la concentrazione ai massimi livelli per otto ore filate non è un compito facile, in qualsiasi ambito professionale, senza considerare che questo orario di lavoro impedisce spesso di ritagliarsi del tempo da dedicare a sé stessi e di trovare un equilibrio tra impiego e vita privata.
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Ridurre l’orario di lavoro da otto a sei ore quotidiane potrebbe certamente giovare a dipendenti e professionisti, tuttavia le aziende sono molto scettiche e il timore di un calo della produttività è concreto.
In realtà, non è sempre detto che si produca in modo direttamente proporzionale alle ore passate in ufficio, soprattutto se entrano in gioco stress, distrazioni e malesseri dovuti proprio alle difficoltà di conciliazione dei tempi.
Può capitare, infatti, che sapendo di avere davanti a sé ancora molte ore di lavoro si tenda a procrastinare e a rimandare gli impegni, evitando di stilare una lista di priorità e di organizzare il tempo a disposizione in modo ottimale. Un orario di lavoro che contribuisce anche a creare maggiori conflitti sul lavoro, spesso causati da stanchezza e irritabilità.
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Consentire una giornata lavorativa più corta potrebbe anche rappresentare una strategia efficace per attrarre talenti e fidelizzare i dipendenti, un valore aggiunto rispetto all’offerta delle aziende competitor.