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Professioni: in crisi il 70% degli Avvocati

di Teresa Barone

Pubblicato 11 Marzo 2021
Aggiornato 12 Marzo 2021 10:15

Il Rapporto Censis fa luce sull'impatto della pandemia sulla professione di avvocato, mettendo in evidenza criticità e disparità di genere.

L’impatto della pandemia sulla professione di avvocato è stato notevole, tanto da lasciare pesanti conseguenze anche dal punto di vista reddituale. Da un lato ammonta a 7,2 milioni il numero di persone che si sono rivolte a un avvocato nel corso del 2020, tuttavia dall’altro lato la domanda potenziale (relativa a chi ha rinunciato a usufruire di questo servizio) è pari a 2,8 milioni. A fare il punto della situazione è il “V Rapporto Censis sull’avvocatura italiana” realizzato per la Cassa Forense.

Il reddito professionale medio, dichiarato dagli iscritti alla Cassa Forense, è stato pari a 40.180 euro nel 2019, con alcune differenze a discapito delle professioniste donne, dei più giovani e di coloro che sono residenti nelle regioni del Sud. La situazione lavorativa, secondo il report, risulta oggi critica per più di 7 professionisti su 10. Anche in questo caso sono le professioniste a patire maggiormente, sebbene il 2020 abbia segnato il sorpasso delle donne iscritte alla Cassa Forense sugli avvocati uomini. Ad aumentare, tuttavia, è anche il numero di avvocati di entrambi i sessi che valuta molto critica la propria condizione lavorativa.

L’accesso al Reddito di ultima istanza (bonus Covid di marzo e aprile 2020 per i professionisti) ha riguardato il 61,5% del campione analizzato. Il 7,9% ha chiesto il bonus baby sitter (11,9% tra le donne avvocato) mentre il 3,5% ha usufruito della sospensione delle rate di mutui e finanziamenti.

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Secondo quanto rilevato, il 48,3% delle persone che ha contattato un avvocato nell’anno del Covid lo ha fatto online, mentre le richieste hanno riguardato le controversie legate alla casa e alla proprietà (28,3%), il lavoro, la previdenza e l’assistenza (20%), sinistri, infortuni e risarcimenti (11,7%), questioni penali (6,2%) e problemi fiscali e tributari (6,2%), recupero dei crediti (6,2%), responsabilità medica e sanitaria (6,2%).

Il Censis fa il punto anche in merito al lavoro a distanza, che è stato esercitato in modo esclusivo dal 29,6% degli avvocati, mentre il 43,2% ha cercato di trovare un equilibrio tra la presenza in studio e l’attività da remoto.