Cresce in Europa l’occupazione verde che nel periodo 2000-2012 avrebbe incrementato il numero dei posti di lavoro da 2,5 a 4 milioni (Ecorys). I dati sono stati presentati durante i lavori del workshop dal titolo “Il contributo dei lavori verdi allo sviluppo sostenibile in Italia dopo Rio+20″, organizzato dal ministero dell’Ambiente nell’ambito del Programma operativo nazionale governance e azioni di sistema, finanziato dal Fondo sociale europeo.
L’incontro, che ha inteso fare il punto sul contributo dell’occupazione verde allo sviluppo sostenibile nel nostro Paese, si è svolto nella sala convegni del Cnr. Nel corso del meeting si è parlato anche di investimenti nell’energia verde che, tra il 2004 e il 2011, hanno registrato un incremento fino a 30 miliardi di euro in Europa e un progresso in aree come Cina, India e Brasile mentre, al contrario, la spesa per ricerca e sviluppo in green energy ha subito un drastico calo nel 2011. Ridimensionamento in quest’ultimo caso che si deve all’incertezza sugli incentivi e ad un esaurimento dei pacchetti di stimolo all’economia verde contro la crisi.
Al workshop è intervenuto anche il ministro dell’Ambiente Clini il quale ha ricordato che con il decreto sviluppo sono stati stanziati 470 milioni di euro nel 2012. “Soldi veri – ha affermato – già disponibili per migliaia di lavoratori disoccupati che vengono da settori non più competitivi o obsoleti e che bisogna sostenere con la creazione di nuovi posti di lavoro nel campo delle nuove tecnologie”.
L’Italia ha avviato inoltre una serie di azioni che mirano a promuovere l’occupazione giovanile nei settori di punta dell’economia verde: dalle fonti rinnovabili, ai biocarburanti, alla messa in sicurezza del territorio, delle infrastrutture e degli edifici. Tra le misure adottate il Fondo rotativo di Kyoto, contenuto nel Dl sviluppo, il credito d’imposta per le imprese che investono su giovani altamente qualificati, e il finanziamento agevolato a aziende green che assumano giovani con meno di 35 anni.