Il lavoro è un incontro giornaliero con impegno, concentrazione e stress, la vera realtà è però che non sempre si intraprende la carriera lavorativa davvero desiderata. La disponibilità del lavoro in Italia è scarsa, inoltre quasi mai si trova ciò che soddisfa appieno i lavoratori, nessuno cerca la perfezione, ma rimane viva la speranza di lavorare con una giusta retribuzione, la dovuta considerazione e con un carico di lavoro adeguato. Speranza che non tarda a crollare sopratutto per delle particolari categorie di lavoratori, come giovani e donne.
Il primo pensiero di fronte all’instabilità, alla scarsa possibilità di crescita e all’inesistenza di un futuro positivo è volare all’estero. L’estero è per molti la rinascita, buttarsi a capofitto in un’esperienza in grado di portare solo positività, basti pensare anche al peso che un esperienza all’estero ha su un curriculum in Italia. Per questo spesso anche in presenza di contro, l’unica possibilità è andare via dall’Italia.
Una decisione facilmente comprensibile, ma di certo spesso la scarsa informazione porta a rimanere delusi della propria scelta. Da sempre andare in un paese che si ritiene essere migliore del proprio è la scelta più comune, ma chiunque abbia riscontrato successo in tutto ciò, si è rimboccato realmente le maniche. L’errore più comune è quello di pensare di avere tutto e subito, per quanto la disoccupazione e tutte le problematiche legate al lavoro siano scarse, ciò non significa che non serva un minimo di pazienza e anche di adattamento. L’esperienza all’estero, se intrapresa nel giusto modo, può essere un arricchimento, sia personale che lavorativo. Inoltre come già detto può essere un grande aiuto per trovare lavoro quando si ritorna, se si ritorna, nel proprio paese.
Davanti ai dubbi degli indecisi non mancano fantastiche storie e facili tutorial, ma la realtà è che come tutto, ognuno deve capire da solo se la scelta è adatta alla propria persona o meno. Tutto ciò nello specifico fa riferimento alle persone volate all’estero per sentito dire, sotto convinzione o comunque in modo tale che non sia stata una propria scelta, così facendo atterrati nel paese scelto si vivranno dal primo istante problematiche ancora più complesse dell’Italia, vivendo il tutto con rabbia e stress. Trasferirsi in un altro paese, qualsiasi sia il motivo ed il tempo, è un percorso complesso e travagliato, non si parla soltanto di cercare un lavoro, ma si parla di cambiamenti verso tradizioni, lingua, cibo, orari e diverse abitudini, se non si è convinti e pronti, tutto ciò può diventare devastante. Ma ovviamente se si hanno le possibilità è un’esperienza che arricchisce e spesso completa.
I numeri inoltre parlano chiaro, si capisce quanto il tutto supera le paure, le perplessità e i dubbi. Nel 2014 gli espatri sono stati 101.297, di tutte le età, situazione sentimentale, familiare, ecc. Nessuna differenza neanche tra le parti d’Italia, si trova chi parte dal nord, dal centro, dal sud ed anche dalle isole. Una leggera differenza per quelle città con un elevato tasso di disoccupazione, come ad esempio il sud Italia. Ma se l’attenzione inizialmente andava verso quei giovani senza idea del proprio futuro e troppo sognatori, oggi ci troviamo davanti realtà completamente varie e differenti. Laureati demotivati, impauriti ed anche arrabbiati per un futuro tanto aspettato ma che in Italia lascia l’amaro in bocca, famiglie in crisi o lavoratori con anni e anni di esperienza, ma con una carriera ferma come se il tempo si fosse fermato. Si “scappa” dal proprio paese per cercare fortuna e per cercare di prendersi il futuro sognato, ma anche perché si sa all’estero sul lavoro è tutto più gratificante e corretto. Ad esempio iniziare dal basso non significa fermarcisi, gli avanzamenti di carriera sono una realtà presente e non solo parole lasciate al vento.
Per non sbagliare niente però, quando si prende la decisione di fare la valigia e partire è sempre consigliato informarsi, per capire e trovare il posto più adatto. Le mete preferite dagli italiani però non mancano, ecco infatti le scelte più comuni: la Germania, il Regno Unito, la Svizzera, la Francia e l’ Argentina.