Una giusta retribuzione

di Francesca Vinciarelli

30 Gennaio 2017 09:00

La giusta retribuzione sul lavoro, ecco le regole.

Moltissimi i problemi legati alla retribuzione, un fenomeno sempre più comune che vede l’aumento delle mansioni ma uno stipendio basso e poco equilibrato.

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Il rapporto di lavoro si basa sulla fiducia tra datore e dipendente e sull’obbligazione di prestare la propria attività lavorativa in cambio di una retribuzione. La retribuzione è quindi un tassello importante sul lavoro, insieme e conseguentemente alla prestazione dell’attività. Bisogna precisare però che deve essere presente un equilibrio tra i due elementi, più chiaramente si può dire che «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé ed alla famiglia una esistenza libera e dignitosa» art. 36, co. 1, Cost.

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In tutto ciò si basano due fondamentali principi nel quale si trova una proporzione fra retribuzione e quantità e qualità del lavoro svolto, inoltre collegata anche al princio secondo cui tale retribuzione possa essee sufficiente per assicurare al lavoratore ed alla sua famiglia una esistenza libera e dignitosa. Ovviamente tutto ciò può variare, purtroppo, anche da moltissimi fattori esterni a ciò che la legge stabilisce, come lavorare in nero senza quindi nessuna tutela. Ad oggi esistono moltissimi problemi che ruotano intorno alla retribuzione, troppo bassa, assente o poco equilibrata, problemi dovuti dalla crisi ma anche dalla scorrettezza di alcuni datori/aziende. Infine è importante dire che si può quantificare concretamente il minimo del salario che spetta, basandosi sui contratti collettivi di categoria stipulati dalle organizzazione sindacali, essi sanciscono il minimo salariale per tutti i lavoratori della categoria, anche se non appartenenti alle organizzazioni sindacali stipulanti.

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