Per la riconversione di Porto Marghera sono stati stanziati complessivamente 5 miliardi di euro, e sono già oltre cento le aziende che hanno affermato di voler investire nella zona, ricca di aree dismesse e pronta ad affrontare un vasto piano di riqualificazione industriale in chiave ambientale.
Un accordo siglato tra la Regione Veneto e il Ministero dell’Ambiente consentirà all’area intorno a Porto Marghera di rinascere letteralmente e contribuire allo sviluppo economico della provincia di Venezia, grazie a un plafond di 3 miliardi di euro che arrivano da fondi pubblici, ai quali si aggiungono altri 2 miliardi di risorse private.
L’intesa firmata a Palazzo Balbi è volta a promuovere una pacchetto di iniziative finalizzate, in primis, a bonificare l’area portuale, e successivamente a riqualificare l’area classificata come Sito di Interesse Nazionale (Sin).
L’intesa, siglata alla presenza del ministro dell’Ambiente Corrado Clini e del governatore del Veneto Luca Zaia, consiste in 12 punti che illustrano procedure di intervento semplificate e basate su una burocrazia più leggera che favorirà, a breve termine, l’inserimento nella zona di nuove attività industriali. Per il ministro Clini si tratta inoltre di un protocollo che servirà da modello per promuovere investimenti anche in altri siti industriali nazionali, caratterizzati dallo stesso grado di inquinamento.
Per quanto concerne la tempistica prevista dall’intesa, il testo ha una validità decennale e stabilisce che gli interventi dovranno obbligatoriamente iniziare entro 6 mesi dall’approvazione dei progetti presentati. Sul tema scadenze è intervenuto anche il presidente Zaia, il quale ha ribadito l’importanza del programma di bonifica e, soprattutto, dell’avvio di politiche di semplificazione che consentiranno di vedere i primi risultati a breve termine: “È una firma che riteniamo epocale, perché dopo tanto lavoro poniamo una pietra miliare. Fino ad oggi si parlava della sfida di Porto Marghera, mentre da oggi parliamo di quello che sarà il futuro, ma di un futuro certo. In una fase di crisi agevoleremo 3 miliardi di finanziamenti pubblici e investimenti privati per circa 2,7 miliardi, dando avvio a procedure semplificate perché non si attenda più 2-3 anni ma 4 mesi per ampliare un capannone o aprire un’azienda nuova“.