L’aumento dell’Iva di un punto annunciato per il prossimo luglio non è ancora dato per certo, e sembra che proprio in queste ore il Governo stia valutando un possibile blocco dell’incremento dell’imposta che passerebbe dal 21 al 22%: in attesa del verdetto finale si moltiplicano le stime dei rincari nei vari ambiti di consumo, tra i quali il settore auto.
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Per gli automobilisti, infatti, l’aumento dell’Iva peserebbe non solo nell’acquisto di veicoli nuovi, ma anche per quanto concerne i carburanti, la manutenzione e i pezzi di ricambio. Per ciascuna auto si parla di un incremento della spesa media pari a 220 euro per ogni punto Iva in più, stando alle previsioni rese note lo scorso ottobre dal Presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi.
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A fare le spese del potenziamento del balzello sarebbe, tuttavia, anche il settore delle auto usate: le stime effettuate dall’Osservatorio CarNext mostrano un possibile impatto pari a 86 milioni di euro, dei quali più di 10 milioni riguardano solo l’usato ex noleggio.
A chiarire le probabili conseguenze è Franco Oltolini, Operations Director di LeasePlan Italia S.p.A. e responsabile di CarNext:
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«Solo dalle vetture usate vendute dai noleggiatori arriverebbe un contributo all’Erario supplementare di quasi 10 milioni di euro all’anno. Ma questo punto aggiuntivo di Iva rischia di essere in realtà un’ennesima tassa sugli operatori dell’usato, che molto difficilmente riusciranno a far accettare ai clienti un incremento medio di prezzo di oltre 60 euro.»