Pensare all’edilizia in chiave sostenibile sta diventando sempre più un’occasione di business, perché la consapevolezza del benessere che ne deriva coinvolge una grande fetta di popolazione.
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Uno stile di vita legato a questo tipo di edilizia si fa largo soprattutto tra le giovani generazioni e, di conseguenza, gli investimenti crescono in maniera regolare. Gli addetti ai lavori che daranno spazio a questo settore passeranno dal 13% del 2009 al 60% del 2015 ed entro la stessa data il 51% delle imprese convertirà il 60% dell’attività in edilizia green.
La sicurezza degli investimenti passerà anche attraverso una certificazione che, secondo la regolamentazione europea, sarà obbligatoria entro il 2020. Il regolamento tecnico che è stato sviluppato da Arca, primo esempio italiano, è stato creato da un gruppo di esperti nel settore, provenienti da imprese private e da agenzie pubbliche, inoltre il lavoro è stato supervisionato da un comitato scientifico composto da ricercatori e docenti universitari del Cnr Ivalsa e dell’Università di Trento.
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Ma il trend non riguarda soltanto le nuove costruzioni ma potrebbe interessare anche il rinnovo di quelle già esistenti, infatti se si considera che gli immobili rappresentano il 40% del consumo finale di energia dell’Unione e causano il 36% dei gas serra, l’intervento sugli edifici esistenti permetterebbe un risparmio del 32% dell’energia totale primaria consumata, mentre attualmente solo l’1,2% del patrimonio edilizio è stato oggetto di risanamento energetico.