Fallimento per 61 imprese al giorno

di Chiara Basciano

23 Ottobre 2014 12:00

Aumentano i fallimenti in Italia, con un picco negativo nei primi nove mesi di quest'anno

La crisi si tocca con mano quando si vede appeso un cartello con sopra scritto “fallimento“. Non c’è da stare allegri allora se si vanno a guardare i numeri delle aziende fallite nei primi nove mesi del 2014.

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I dati infatti sono i peggiori dal 2009, come messo in evidenza dall’analisi condotta da CRIBIS D&B, tanto da far parlare di record negativo. Nel dettaglio nel corso del terzo trimestre degli ultimi anni si è verificato un trend di aumento costante dei fallimenti: 1.730 nel 2009, 2.058 nel 2010, 2.205 nel 2011, 2.397 nel 2012, 2.647 nel 2013.

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Secondo l’indagine le regioni maggiormente colpite sono la Lombardia, con 2.457 casi di fallimento nel corso dei primi nove mesi del 2014, il Lazio, con 1.164, la Campania, con 966 e il Veneto con 933.

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Commercio ed edilizia sono i settori più colpiti, con, rispettivamente, 3.340 e 3.022 fallimenti. L’unica via d’uscita per questa situazione è riuscire ad intercettare i primi segnali negativi, agendo in maniera tempestiva, come spiegato da Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B «Ci sono però anche dei segnali positivi. Negli ultimi anni le imprese italiane hanno infatti investito molto in procedure e strumenti come quelli messi a disposizione da CRIBIS D&B, che consentono di intercettare tempestivamente i segnali di deterioramento dell’affidabilità dei partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa». Niente salva dall’onda negativa della crisi, ma nel piccolo qualcosa forse si può fare.