Nonostante tutti i CIO si dichiarino d’accordo della sua necessità la priorità tecnologica non risulta così impellente come dovrebbe. Se infatti i manager si rendono contro dell’importanza della trasformazione digitale gli investimenti risultano al collasso, attestandosi su valori negativi.
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Secondo la Digital Innovation Academy il budget destinato al comparto ICT è pari al 2,1% del fatturato globale, mentre nel 2013 era leggermente superiore, attestandosi sul 2,5%. Si distinguono però alcuni settori con valori più alti, Media-Telco con 3,9% e Finance con 3,5%, mentre quelli con il budget minore sono i settori industriali.
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Le prospettive inoltre non appaiono positive, infatti nel 2015 ci si aspetta un’ulteriore diminuzione. Il poco che si investirà però sarà indirizzato principalmente verso alcune aree, Business Intelligence, Big Data e Analytics saranno le priorità per il 56% dei rispondenti, seguite al secondo posto dalla Digitalizzazione e dematerializzazione di processi e documenti (53%)mentre al terzo Sistemi gestionali e ERP (48%), a cui segue l’introduzione di Device Mobili e Mobile apps verticali (40%), lo sviluppo e rinnovamento dei sistemi CRM (31%) a pari merito con il Consolidamento applicativo.
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«Serve maggiore consapevolezza del fatto che il digitale non è soltanto una possibile opportunità di innovazione, ma una vera necessità, un fenomeno ‘disruptive’ in grado di cambiare tutte le regole della competizione. Da questo punto di vista nessuno può chiamarsi fuori» afferma Mariano Corso, Co-Responsabile scientifico della Digital Innovation Academy «Non esistono più settori tradizionali da contrapporre a quelli digitali, ogni business può essere oggetto di una trasformazione digitale. Gli stessi prodotti fisici sono sempre più trasformati o sostituiti da servizi software».