Il Guerrilla Marketing spiegato dal suo inventore

di Massimo Furia

5 Dicembre 2007 09:00

Jay Levinson, padre del guerrilla marketing, illustra come questa strategia a può trarre vantaggio dalle nuove tecnologie e quali sono le opportunità a disposizione delle PMI

Guerra convenzionale o guerriglia aperta, senza pietà? Marketing convenzionale o guerrilla marketing? La differenza sta nei metodi e nelle tattiche da utilizzare. Anni fa usciva un libro che si intitolava “Marketing è guerra!” che parlava di strategie militari e di approcci più aggressivi rispetto ai modi tradizionali di promuovere la propria azienda. Oggi si parla sempre più spesso di “guerrilla marketing” uscendo ancora di più dai canoni semplicemente creativi e politically correct del marketing per come siamo abituati a conoscerlo.

Guerrilla significa usare tattiche come la sorpresa, utilizzare tecniche di neurolinguistica, creare persuasione con tutti i mezzi, creare messaggi forti e capaci di catturare realmente l’attenzione, parlare e scrivere sapendo che dobbiamo raggiungere i centri decisionali del nostro utente e che questi centri risiedono spesso e volentieri all’interno della mente inconscia più che di quella conscia.

Proprio come in Guerra (o meglio geurriglia) non si risparmia niente e nessuno fuorchè i budget. Una delle prerogative di questo tipo di approccio è di cercare di ottenere il massimo rendimento con il minimo investimento. Massima visibilità dell’azienda e dei suoi prodotti con il minimo impegno economico. La creatività di art e copy writer viene messa al servizio della ricerca dell’impatto puro e assolutamente non convenzionale a volte diretto, probatorio, spiazzante.

Quando questo accade si produce un effetto “brusìo” (buzz) che genera passa parola e quindi reazioni a catena virtualmente inarrestabili. È allora che il marketing diventa “virale”. L’obbiettivo finale diventa quindi la creazione di virus capaci di espandersi e riprodursi per “contaminare” quanto più possibile la comunità di utenti, utilizzatori e clienti.

Ma come tutte le discipline ha bisogno di essere contestualizzata e riportata dalla teoria alla pratica per una migliore fruibilità da parte delle piccole e medie imprese italiane. In particolar modo ci interessa capire quali possono essere le linee guida da seguire sul web. Abbiamo parlato proprio di questo con Jay Levinson, padre del guerrilla marketing e autore dei più importanti testi sull’argomento. Ne traiamo uno scenario interessante e giustamente provocatorio.

1. Come possono i manager delle pmi utilizzare le tecniche di guerrilla marketing” sul web?
Innanzitutto creando una lista di persone a cui credete che non interessi assolutamente ricevere email da voi. Almeno una volta al mese spedite a queste persone una breve email che contenga un link diretto al vostro sito web. Per quanto riguarda i contenuti del vostro sito potete renderlo più o meno discorsivo, come volete, l’unica cosa veramente importante è che utilizzate paragrafi brevi, frasi brevi e parole brevi. Il più possibile. Nelle vostre pagine web limitatevi a parlare dei vostri visitatori e noi di voi stessi. Non utilizzate parole del tipo “Noi, Io, il nostro, la nostra”. Parlate piuttosto in termini di “Tu, voi, il vostro, la vostra”. Mettete il vostro ego da parte e sforzatevi genuinamente di pensare come penserebbe il vostro visitatore. Sintonizzatevi sulla sua lunghezza d’onda anziché sulla vostra.

2. C’è una particolare guide line che i web writers delle PMI dovrebbero seguire per risultare più efficaci, innovativi e persuasivi?
L’unica cosa che dovete sempre tenere presente è la sintesi. Se non riuscite ad essere sintetici o non potete perchè quello che avete da esporre richiede comunque molto testo cercate di spezzare più possibile il contenuto in sotto paragrafi o sotto sezioni. Oltre a questo vi posso dire che chi scrive ha il preciso obbligo di essere efficace, innovativo e persuasivo. Un tocco di umorismo aiuta sempre. Non tralasciatelo mai.

3. Il mondo della comunicazione cambia sempre più velocemente. Quale consiglio può dare alle piccole e medie imprese per creare e mantenere il proprio successo in un contesto con questo genere di mutevolezza?
Dovete pensare come i vostri clienti. Dovete riuscire ad essere ripetitivi nella vostra comunicazione, e ancora di più dovete riuscire ad essere stupefacenti, incredibili! Dovete riuscire a trasmettere ai vostri lettori, agli utenti dei vostri siti web che siete così vicini al loro modo di essere e di vivere che potreste addirittura essere sposati con loro. Fate vedere loro che volete veramente aiutarli a risolvere una questione, un problema. E dopo tutto questo siate ripetitivi. Non importa quanto bene crediate di scrivere: la ripetizione deve essere il vostro primo alleato.

4. Lei e Paul R.J. Hanley siete stati i pionieri e i capiscuola delle tattiche di marketing “non convenzionale”. Qual è la sua visione delle strategie che potranno essere adottate nel futuro?
Credo che il cambiamento sarà sempre costante e credo che le persone che avranno più successo saranno quelle che sapranno esercitare la capacità di andare dritto al punto. Il mondo apparterrà alle aziende che sapranno comunicare quello che vogliono nel minor tempo. Non è un’opera lirica, è business! E la gente è “tirata” con i tempi. Ovunque.