Auditel e multicanalità: rilevazioni per inserzionisti

di Fabrizio Scatena

Le tecnologie digitali stanno rendendo obsoleto il sistema di rilevazione Auditel nel settore televisivo. Parliamo di un settore che, in termini di raccolta pubblicitaria, vale ben 4 miliardi di euro l’anno. Ma da cosa dipende la minor efficacia dei sistemi di rilevamento tradizionali? Soprattutto dal cambiamento nelle abitudini di fruizione dei telespettatori: se una volta la famiglia tipo guardava la TV in salotto, oggi con l’avvento di smartphone e tablet, le persone tendono a consumare i contenuti multimediali su più schermi, in luoghi diversi e in mobilità.

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Negli USA, la quantità di minuti trascorsi davanti a tablet e smartphone ha già superato quelli che l’americano medio trascorre davanti al televisore. E’ vero che le abitudini sono dure a morire, ma questa tendenza sembra destinata a crescere nei prossimi anni, e sta mettendo in crisi i sistemi di rilevazione dati. Un problema non da poco, perché molti inserzionisti, centri media e agenzie, acquistano spazi pubblicitari anche in relazione ai dati d’ascolto della TV. Nielsen, GFk e Ipsos, le tre maggiori società che si occupano di indagare i comportamenti e le abitudini di consumo mediale delle persone, si stanno già “attrezzando” per ottenere delle rilevazioni più puntuali. 

Come il soundmatching: si tratta di un sistema di rilevazione che utilizza un hardware o un orologio, per inviare impronte sonore catturate nell’ambiente in cui avviene la fruizione. Le impronte poi vengono ricevute da un server in grado di riconoscere i contenuti del  programma. Un’altra modalità di rilevazione si basa sullo smartphone dell’utente, anche se questa soluzione è ancora allo stadio pionieristico, perché consuma molta batteria ed è limitata sull’iPhone. Oggi più di ieri, pubblicare , rappresenta un’attività di fondamentale importanza nella filiera della comunicazione. E se cambiano i media, allora anche le metodologie e tecniche di rilevazione, devono adattarsi al cambiamento.