Privacy: UE contro FacebooK. Business a rischio?

di Alessandra Gualtieri

14 Maggio 2010 09:45

Dopo le ennesime polemiche per la mancata tutela della privacy sui dati degli utenti iscritti, Facebook è a un bivio: rivedere le policy o rischiare grosso

Ancora fulmini e saette contro Facebook: dopo le recenti fughe di informazioni per la falla nelle chat e le modifiche al regolamento giudicate inaccettabili dalla UE perchè non conformi al Codice per la Privacy dei 400 milioni di utenti registrati al popolare sito di social network, la questione è divenuta scottante.

Con una lettera di protesta, i Garanti nazionali della UE denunciano la gravità del meccanismo di silenzio-assenso per la diffusione di informazioni sensibili.

Una sorta di opt-out che (se da una parte non fa altro che profilare gli utenti, rendendoli appetibili per inserzionisti e marketer) dall’altra viola le basilari norme di privacy: la necessità di dissentire manualmente alla piena visibilità dei propri dati sensibili è un meccanismo che si lascia notoriamente dietro una scia di vittime innocenti, causa scarsa trasparenza o involontaria mancanza di tempestività nel provvedere a tutelarsi.

Il gruppo di lavoro che lavora a stretto contatto con la UE, Articolo 29, ha dunque richiesto a Facebook di eliminare le ambiguità nel regolamento d’uso.

La società è in queste ore al lavoro per trovare delle soluzioni immediate. Per monetizzare il patrimonio di consumatori potenziali nel suo baci no di utenza, la rete sociale di Mark Zuckerberg deve infatti individuare un modello di business sostenibile ma soprattutto delle policy conformi al Codice della Privacy e alle direttive UE.