La Commissione Europea ha lanciato nei giorni scorsi l’API (Atto sulle piccole imprese per l’Europa), volto a valorizzare le Pmi comunitarie in termini di crescita sostenibile nel lungo periodo. L’API si basa su dieci orientamenti e proposte di azioni politiche da attuare sia da parte della Ue che degli Stati membri.
Facciamo il punto sull’iniziativa distanza di pochi giorni dal suo avvio: l’obiettivo è fornire supporto e slancio alle Pmi più competitive, perché si possano imporre anche sui mercati mondiali.
L’API rappresenta un punto di svolta fondamentale nell’attuazione della Strategia di Lisbona in ambito di crescita e occupazione. I benefici che ne deriveranno sono: diminuzione dei ritardi nei pagamenti delle fatture, maggiore accesso ai finanziamenti, innovazione e formazione, Iva ridotta per servizi forniti localmente e migliore accesso ai contratti pubblici.
Per le Pmi comporterà inoltre l’accesso a uno statuto di società privata europea così da ridurre gli oneri burocratici del 25% entro il 2012 e accrescere la chiarezza delle operazioni.
Ancora una volta quindi la Ue si mostra disponibile a riconoscere il ruolo centrale che Pmi ricoprono nell’economia comunitaria. Si attuerebbe così per la prima volta un quadro politico globale per l’Ue e i suoi Stati membri.
Oltre ai dieci principi su cui si basa l’API, la Commissione Europea propone nuovi strumenti legislativi in quattro ambiti di particolare interesse per le Pmi:
- nuovo Regolamento generale di esclusione per categoria relativo agli aiuti di Stato, per semplificare le procedure e ridurre i costi;
- nuovo statuto per la creazione di una “Società privata europea” (Spe), volta ad operare in base a principi uniformi in tutti gli Stati membri.
- nuova proposta in materia di Iva che offrirà agli Stati membri l’opzione di applicare aliquote ridotte per servizi erogati da piccole e medie imprese;
- modifica – prevista per il 2009 – alla direttiva sui servizi di pagamento per garantire il pagamento delle Pmi entro il previsto termine di 30 giorni.
L’API, infine, ha tra i suoi obiettivi quello di stimolare l’impreditorialità giovanile, grazie al programma “Erasmus per i giovani imprenditori”, che consente ai giovani che vogliono avviare un’impresa di trascorrere un periodo di tempo presso una Pmi estera. Si otterrà così il duplice effetto di formazione e creazione di reti tra le Pmi in Europa.