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Guadagni online: scatta il tracciamento dei redditi

di Anna Fabi

In Italia nuovo obbligo di tracciamento delle vendite online di prodotti e servizi tramite piattaforma: dati al Fisco per il pagamento delle tasse.

Il Governo ha recepito la Direttiva UE sulla tracciabilità delle vendite online, con l’obiettivo di recuperare gettito fiscale. Come? Obbligando a comunicare i redditi prodotti tramite le piattaforma online sui avvengono le operazioni (ad esempio Booking per le locazioni turistiche) con la sola eccezione degli incassi inferiori a 2mila euro per meno di 30 operazioni complessive.

Si tratta del recepimento di una legge europea, la direttiva (UE) 2021/514 (Dac 7), con decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 febbraio.

Se un privato vende online un prodotto (per esempio vestiti, auto e mobili usati) o un servizio (caso classico, gli affitti brevi), la piattaforma utilizzata comunica i suoi dati all’Amministrazione finanziaria di riferimento, con libero accesso au suoi dati da parte di tutte le autorità fiscali degli altri stati UE. In questo modo, si assicura il pagamento delle tasse dovute.

Redditi online: i dati da comunicare

La direttiva prevede specifici obblighi di privacy, per cui i venditori devono essere informativi del trattamento dei dati. E impedisce alle piattaforme di accettare venditori che non forniscano tutti i dati richiesti per queste comunicazioni.

La regola generale è la seguente: il gestore della piattaforma comunica all’autorità competente i dati dei venditori: nel caso di privati (per esempio chi mette online oggetti usati) comunica generalità, codice fiscale o partita IVA, eventuale NIF (numero di identificazione fiscale); nel caso di aziende comunica ragione sociale, indirizzo, partita IVA, eventuale NIF e altri dati identificativi dell’attività.

I dati ulteriori da comunicare riguardano: identificativo del conto finanziario, la sua titolarità, stato di residenza, corrispettivo versato, eventuali commissioni già pagate. Per i servizi che riguardano immobili (come gli affitti brevi), la piattaforma comunica anche i dettagli sulle operazioni (immobile, giorni di affitto).

Adempimenti per piattaforme di vendita

I gestori delle piattaforme (intese come “qualsiasi software, compresi i siti web o parti di essi e le applicazioni, comprese le applicazioni mobili”) devono registrarsi presso le autorità competenti dello Stato membro di appartenenza. Se non lo fanno, incorrono in sanzioni. Ogni mancata comunicazione comporterà una multa da 3.000 a 31.500 euro.

La norma riguarda tutti i proventi che derivano da operazioni di vendita di beni e di servizi personali (inclusa la locazione di beni immobili, compresi gli immobili residenziali e commerciali, nonché qualsiasi altro bene immobile e spazio di parcheggio), nonché di noleggio di qualsiasi mezzo di trasporto. La prima comunicazione di questi dati deve avvenire entro il 31 gennaio 2024, in relazione ai guadagni 2023.

La Commissione Europeo ritiene che, grazie a questi nuovi obblighi di trasparenza, si possa recuperare gettito per un totale di circa 30 miliardi.