In Piazza Montecitorio ci sono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Ma anche nelle altre città d’Italia oggi manifestazioni e presidi nella giornata in cui il pubblico impiego sciopera contro la manovra del governo Monti. E’ il giorno delo sciopero del pubblico impiego, dopo che luendì scorso a fermarsi era stato il settore privato.
I dipendenti statali si fermano per otto ore, così come per tutta la giornata si fermano i lavoratori dell’Università e della Ricerca. Nelle scuole stop di un’ora: negli istituti statali lo sciopero di un’ora scatta al termine delle lezioni o del servizio (per il personale docente con turno pomeridiano, alla prima o ultima ora di lezione). Nelle scuole non statali e di formazione professionale, un’ora al termine delle lezioni o del servizio.
I medici si astengono dal lavoro per l’intero turno: negli ospedali sono garantiti gli interventi chirurgici urgenti e i servisi di pronto soccorso, così come funziona regolarmente il servizio di 118. Sono invece a rischio gli interventi non urgenti, le visite, gli esami diagnostici negli ospedali e nei presidi territoriali della Asl.
Disagi per chi deve andare alle Poste, dove i lavoratori scioperano nelle ultime tre ore di turno. Infine, incrociano le braccia i lavoratori del settore elettrico, che a loro volta garantiscono comunque i servizi essenziali.
Lo sciopero è indetto da Cgil, Cisl e Uil contro la manovra Monti, della quale si chiede un cambio che vada nel senso di una maggior equità. Fra i capitoli maggiormente criticati della manovra, quello sulle pensioni, che secondo la segretaria della Cgil Susanna Camusso rappresenta «un intervento brutale sui prossimi 6-7 anni per tante persone». Camusso in un’intervista alla Corriere si rivolge anche in particolare al ministro del Welfare, Elsa Fornero: «c’0è un livello di aggressione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che, fatto da una donna, stpisce molto».
I sindacati chiedono anche maggiori misure che colpiscano evasione e grandi patrimoni, una «riqualificazione della spesa pubblica che consenta di trovare le risorse per la crescita, provvedimenti «a favore dell’occupazione e dello sviluppo», l’eliminazione dei tagli alle autonomie locali in difesa della sanità, della scuola, della ricerca.
A Roma i tre segretari confederali parlano davanti a una Piazza Montecitorio gremita di lavoratori in sciopero, con striscioni che accusano la manovra di far pagare «i soliti noti». Angeletti lascia l’sos occupazione: «questo Paese si avvicina a un momento in cui i posti di lavoro diminuiranno. Di questo dovrebbe preoccuparsi un governo che vuole salvare il Paese». E chiede una maggior equità nella distribuzione della ricchezza, perchè «in tutto il mondo funziona così» mentre in Italia «i più poveri pagano le tasse in sostituzione die più ricchi».
Sulla stessa linea Raffaele Bonanni, che parla di un governo «forte con i deboli e debole con i forti», che «piega la testa davanti alle corporazioni, alle casse previdenziali e alle rendite dei privilegiati», avverte che senza equità «non c’è la coesione sociale», e chiede «di fare innanzitutto qualcosa per i precari».