Tratto dallo speciale:

Fatturazione elettronica: stato dell’arte in Italia

di Barbara Weisz

Pubblicato 27 Novembre 2013
Aggiornato 26 Ottobre 2018 12:56

Focus sulla fatturazione elettronica in Italia, obbligatoria verso la PA da giugno: regole, standard, risparmi e benefici secondo l'Osservatorio Agenda Digitale del PoliMI.

L’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, nell’indagine Italia Digitale: fra il dire e il fare c’è di mezzo…., calcola i vantaggi economici per Stato e imprese della digitalizzazione dei processi applicata agli ordini di pagamento:  risparmi fino all’80% sui costi di gestione, 4-5 euro a fattura (pur applicando forme di fatturazione elettronica non strutturata) e 12-15 miliardi l’anno nei rapporti tra imprese e PA (con scambio dati in forma strutturata e dematerializzata. Nel B2B l’innovazione digitale varrebbe 6 mld l’anno se si incrementasse  dall’attuale 5 fino al 15%.

Quadro normativo

La fatturazione elettronica è una delle tre priorità del commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana, Francesco Caio (insieme ad anagrafe unica e carta d’identità digitale). Il primo intervento normativi in questo senso è stata la Legge di Stabilità 2013 (legge 228/2012, articolo 1 commi da 324 a 335), che recepito la Direttiva UE sull’IVA (2010/45/UE) in vigore da gennaio, in base alla quale si semplifica la definizione di fattura elettronica (“emessa e ricevuta in un qualunque formato elettronico”) eliminando l’obbligo di  invio telematico e di conservazione elettronica.

Utilizzo

Oggi sono 2 milioni le aziende italiane che la utilizzano: il 56% delle 225mila imprese con oltre 10 addetti, l’80% delle 1,6 milioni di microimprese da 2 a dieci addetti ed il 32% dei 3,3 milioni di imprese individuali. Tuttavia, il numero di imprese che effettua una fatturazione elettronica strutturata è drasticamente più basso: l’1%. A dare un’accelerazione in questo senso è stato il decreto attuativo (DM Economia e Finanze 3 aprile 2013, in G.U. del 22 maggio 2013) in vigore da giugno 2013, che ha reso operativo l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i fornitori della PA. Previsto dalla Finanziaria 2008 (legge 244/2007, articolo 1, comma 209, modificato dalla legge 214/2011) ma fermatosi dopo il DM Finanze del 7 marzo 2008, che assegnava all’Agenzia delle Entrate la gestione del Sistema di Interscambio (SDI) come unica interfaccia per la trasmissione delle fatture. Il nuovo decreto ha completato il quadro normativo che, secondo le stime dell’Osservatorio, porterà 2 milioni di imprese in 12 mesi ad adottare un sistema di fatturazione elettronica strutturata.

Standard

L’Agenzia delle Entrate ha stabilito uno standard per le fatture verso la PA, Tracciato Fattura PA, definito in base ad esperienze europee e ai principali standard B2B usati in Italia. Il Forum Italiano “Task 4” sta sviluppando un pacchetto condiviso di informazioni da inserire in fattura (core eInvoice) per garantire l‘interoperabilità fra formati. Gli standard più diffusi in Italia derivano quasi tutti dalla matrice comune Edifact, a copertura del 90% delle relazioni EDI:

  • Euritmo: UN/Edifact semplificato, del largo consumo ed elettronica di consumo.
  • Dafne: usato da produttori e distributori farmaceutici.
  • Metel: usato da operatori del materiale elettrico.
  • Odette: usato dai produttori automotive con i fornitori.
  • RosettaNet: usato nell’elettronica e semiconduttori.
  • CBI: adottato da alcune banche per i documenti di fattura.
  • UN/Edifact Eancom: usato nel largo consumo, trasporti ed editoria.
  • UN/Edifact: usato nell’automotive e meccanica, interazione verso l’esterno e tra provider di interconnessione EDI.

Fatturazione strutturata

Al momento è utilizzata da circa 9mila imprese italiane: 4mila nel largo consumo, 3mila nell’automotive, oltre 600 nel settore del materiale elettrico, quasi 350 nel farmaceutico, circa 150 nell’elettronica di consumo. Le imprese che usano sistemi strutturati (EDI) sono cresciute dell’8% rispetto al 2011, molto di più i volumi (50 milioni di documenti). In percentuale, la penetrazione in Italia di forme di fatturazione elettronica strutturata è del 38% fra le grandi imprese e del 3% fra le PMI (fino a 250 dipendenti), solido trend come nelle filiere degli elettrodomestici e del farmaco.

Benefici

Accompagnando la fatturazione elettronica con workflow autorizzativi digitali si ottengono ulteriori risparmi (fra 800 e 1,2 milioni di euro l’anno) e tempistiche ridotte del 70% con un beneficio per il Sistema Paese di 12-15 miliardi con riferimento alla sola fatturazione e fino a 60 miliardi con la completa digitalizzazione dei processi. Significa lo 0,7% – 4% del PIL all’anno. In termini immediati si migliorano i seguenti fattori:

  • Produttività per mansioni di interfaccia, front-office e back-office.
  • Accuratezza dei processi (riduzione o eliminazione di attività manuali).
  • Tempi ridotti (semplificazione attività e controllo processi).
  • Taglio costi per materiali e spazio (gestione di documenti e archivi).
  • Risparmi PA (1 miliardo l’anno) e imprese (500 milioni annui).

Incentivazione

Innanzitutto c’è un ultimo step normativo: il DM di cui sopra fissa regole e tempistiche per la fatturazione elettronica verso la PA centrale, mentre demanda a un altro provvedimento (atteso per il 6 dicembre 2013) quelle per le PA locali. L’Osservatorio formula in merito una serie di ulteriori suggerimenti per consolidare la fatturazione elettronica:

  • soluzioni gestionali per documenti e flussi approvativi, con l’integrazione fra i dati delle fatture ricevute e i Sistemi Informativi interni alle PA riceventi.
  • progetti pilota che diventino best practice (es.: Sanita, PA centrale e locale).
  • promozione e supporto alle imprese da intermediari come Confartigianato, CNA, Confindustria, associazioni di filiera e provider di servizi di integrazione.
  • incentivi alle imprese non necessariamente economici: invio delle fatture elettroniche tramite piattaforma di ricezione ordine Consip (PEPA – mercato elettronico della PA); meno adempimenti (comunicazione operazioni con paesi black list, Spesometro, dichiarazioni d’intento ricevute, dichiarazioni Intrastat…).
  • potenziamento del Forum Italiano sulla Fatturazione Elettronica e valorizzazione delle esperienze esistenti prossime alla Fatturazione Elettronica, come quelle delle filiere che da anni ricorrono al formato EDI.