IRPEF, IVA e libri sociali: questo 16 marzo 2012 segna una serie di scadenze fiscali per le imprese tale per cui si parla di venerdì nero.
E non è tutto: perché le novità fiscali introdotte dalle manovre finanziarie 2011, da quelle del governo Berlusconi al Salva Italia dell’Esecutivo guidato da Mario Monti, sono destinate a pesare parecchio per quest’anno e per i prossimi sia sui bilanci delle aziende, PMI in primis, sia sulle tasche dei cittadini.
Confesercenti calcola che per una PMI che fattura 50mila euro e ha un ufficio di circa 100 mq per effetto delle manovre sopporterà un onere aggiuntivo annuo fra i 3.530 euro e i 5.180 a seconda del luogo dove opera. Quanto alla legnata del “venerdì nero“, 16 marzo, secondo la Cgia di Mestre, al netto dei contributi previdenziali dovuti all’INPS, il sistema delle imprese verserà al fisco una cifra intorno ai 14,6 miliardi di euro. Si tratta di 4,9 mld di ritenute IRPEF relative ai dipendenti, 9,3 miliardi di IVA e 400 milioni di euro di tasse per la vidimazione dei libri sociali.
Fra l’altro, ai vari balzelli aggiuntivi previsti dalle varie misure fiscali, si aggiungeranno prevedibilmente gli oneri previsti dalla riforma del lavoro attualmente in discussione, destinati a pesare soprattutto sulle PMI. Tralasciando per il momento questi aggravi sul lavoro, vediamo nel dettaglio i costi fiscali previsti dalle diverse manovre del 2011, dalle scadenze del 16 marzo agli oneri in vista per l’intero 2012 e per i prossimi anni.
Aumenti IVA
Per quanto riguarda l’IVA, le imprese che hanno la scadenza trimestrale verseranno per la prima volta in questo 16 marzo 2012 l’imposta sul valore aggiunto con l‘aliquota al 21% introdotta dalla seconda manovra estiva.
Si sottolinea che la scadenza riguarda anche la regolarizzazione di eventuali violazioni derivanti dall’emissione di fatture emesse erroneamente a dicembre 2011 o, per i trimestrali, nel quarto trimestre 2011 con IVA al 20% anziché al 21%. La mancata regolarizzazione può costare una sanzione amministrativa fra il 100% ed il 200% della maggiore imposta dovuta (ex art. 6, D. Lgs. n. 471/1997).
Ma questo è solo il primo appuntamenti con gli aumenti IVA. Secondo le stime di Confesercenti, dal gennaio del 2014 ci sarà un aumento di prelievo di oltre 20 miliardi e 600 milioni di euro, ossia il 20% in più circa rispetto al 2011.
Lo studio calcola sia la maggiorazione già in vigore in base alla finanziaria d’agosto, che ha portato l’aliquota dal 20 al 21%, sia quelle in vista per il prossimo autunno in base alla clausola di salvaguardia del Salva Italia (che prevede un ulteriore innalzamento al 23% dell’aliquota porta al 21% e il rialzo al 12% di quella restata al 10%).
Tutto questo impatta sulle famiglie (680 euro all’anno) e sull‘inflazione, con un aggravio di 2,5 punti (fra l’atro, sul rischio di tensioni inflazionistiche determinate dagli aumenti IVA ha messo l’accento anche il bollettino di marzo della Bce). Per non parlare dei consumi, che già nei consuntivi 2011 segnano un calo nell’ultimo trimestre rispetto alla media dei primi nove mesi del 2011.
Confesercenti segnala che la situazione peserà molto sulle PMI che per ovviare alla caduta di redditi e consumi delle famiglie, sono spesso costrette ad assorbire gli aumenti IVA per non aumentare i prezzi di vendita. Al momento, il mancato trasferimento sui prezzi di metà dell’aumento dell’IVA è costato 850 euro.
Tassa sui libri sociali
La scadenza del 16 marzo, che secondo la Cgia di Mestre comporta un esborso totale per le imprese di 400 milioni, riguarda tutte le società di capitale, anche in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali, e gli enti che svolgono attività commerciali.
La tassa annuale di concessione governativa su libri e registri sociali è pari a 309,87 euro se il capitale (al primo gennaio 2012) non supera i 516mila 456,90 euro e sale a 516,46 euro se invece il capitale è superiore. Per il versameto si usa il modello F24 telematico, codice tributo 7085 nella sezione Erario.
La tassa non riguarda le nuove attività, che devono usare il bollettino di c/c postale 6007 prima di presentare la dichiarazione di inizio attività ai fini IVA.
IRPEF
La scadenza del 16 marzo costa alle imprese, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, 4,9 miliardi (ritenute IRPEF). Quanto ai lavoratori dipendenti, l’effetto delle manovre di fine anno, e in particolare dell’aumento delle addizionali regionali IRPEF previsto dal Salva Italia, lo vedranno nella busta paga del prossimo 27 marzo.
E a marzo c’è anche l’acconto del 30% delle addizionali comunali IRPEF (decise dalla manovra estiva). Secondo i calcoli della Uil, gli aumenti regionali costeranno alla famiglia media fino a 371 euro, l’IRPEF comunale nel 2012 salirà dai 129 ai 177 euro medi pro-capite.
Contributi per artigiani e commercianti
Qui il calcolo è di Confesercenti, secondo cui le maggiori aliquote pensionistiche previste dal 2012 per artigiani e commercianti iscritti alle gestioni autonome dell’INPS aumenteranno l’onere complessivo di circa 1,8 miliardi, passando dai circa 900 milioni del 2012 ai 2,7 miliardi del 2014. Per un piccolo esercizio commerciale, l’aggravio oscillerà a regime tra i 1200 e i 2000 euro l’anno.
Si tratta delle aliquote che salgono dell’1,3% nel 2012 e dello 0,43% all’anno fino a raggiungere il 24%. Si ricordano poi le aliquote per prestazioni minori di maternità e assegni familiari: per gli artigiani il 21,30%, per i commercianti il 21,39% (contributo 2012 per i titolari e per i coadiuvanti/coadiutori sopra i 21 anni). Per i coadiuvanti/coadiutori sotto i 21 anni, aliquote al 18,30% per artigiani e al 18,39% per commercianti. C’è un’aliquota aggiuntiva dell’1% per i redditi superiori i 44mila204 euro all’anno.
I costi per il turismo
Per il settore del turismo, oltre alla tassa di soggiorno, c’è il previsto aumento dell’aliquota intermedia, operativo da ottobre, su servizi alberghieri e ristorazione. Confesercenti segnala una forbice rispetto ai paesi concorrenti: la media UE delle aliquote IVA su alberghi e ristoranti è rispettivamente, dell’8,3% e del 12,2%. Dal 2014, quella italiana sarà del 12,5% in entrambi i settori.
Il regime dei minimi
I cambiamenti al regime dei minimi, previsti dalla manovra di luglio, secondo Confesercenti comportano l’esclusione da questo regime agevolato di circa 500mila operatori, la metà dei quali esercenti commerciali e artigiani. Per loro, il passaggio al regime semplificato comporterà un aumento di costi quantificabile in non meno di 1500 euro l’anno.
La nuova normativa sul regime dei minimi (finanziaria di luglio) prevede che dal primo gennaio 2012 solo persone sotto i 35 anni e le start up possano accedere al regime dei minimi regolamentato dalla Legge Finanziaria 2008 (Legge 244/2007). Gli altri, accedono al cosiddetto regime degli ex minimi.
L’IMU e la tassa sui rifiuti
L’IMU, che sostituisce la vecchia ICI, peserà sugli immobili strumentali delle PMI, come su quelli posseduti da società di capitali, in virtù dell’aumento della base imponibile per immobili classificati come negozi e botteghe e l’aumento dell’aliquota base IMU (a 7,6 per mille, contro la vecchia Ici di 6,4 per mille).
A queste maggiorazioni di spesa si aggiungerà, dal 2013, anche la rivisitazione della tassazione comunale sui rifiuti, da cui si attende un aumento di gettito di un miliardo l’anno che graverà in larga parte sui locali adibiti a esercizi commerciali e sui laboratori artigianali.