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Flat Tax al 15% IRPEF: in Italia esiste già

di Barbara Weisz

Pubblicato 4 Aprile 2018
Aggiornato 12 Giugno 2018 09:48

Il 30% degli Italiani azzera l'IRPEF con detrazioni e deduzioni, un altro 44% versa meno del 15% ipotizzato dalla flat tax: tutti i calcoli dei commercialisti ijn base alle dichiarazioni fiscali 2017.

Per tre contribuenti italiani su quattro la flat tax al 15% esiste già, nel senso che pagano un’imposta IRPEF perfino inferiore a questa aliquota: non è una provocazione ma un’analisi dell’ufficio studi del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, in base alla quale fra detrazioni e deduzioni quasi il 75% dei contribuenti applica un prelievo fiscale sotto il 15%.

Per la precisione, c’è un 30,78% di contribuenti (significa 12,6 milioni di persone) con IRPEF pari a zero, e un altro 44,30% che invece paga un tassa inferiore al 15% del reddito. Attenzione: non si tratta di contribuenti incapienti o quasi, ma dell’impatto delle detrazioni e deduzioni fiscali, che di fatto abbassano l’aliquota fiscale. A pagare più del 15% di IRPEF è il 24,92% degli Italiani, in termini assoluti 10,2 milioni di contribuenti.

L’analisi si basa sulle dichiarazione dei redditi 2017 e sulle Certificazioni Uniche di 40,9 milioni di contribuenti, relative all’anno di imposta 2016. Ci sono 835 contribuenti (il 2,04%) che dichiarano un reddito IRPEF pari a zero (fra i quali 75mila persone con reddito da locazione e cedolare secca). Dei circa 40 milioni di persone che rimangono, quasi 600mila azzerano l’IRPEF con le deduzioni, quasi 8 milioni con le detrazioni, a cui si aggiungono quasi 2,5 milioni che risparmiano le tasse grazie al bonus di 80 euro. In totale, inserendo anche altre categorie di contribuenti come i pensionati con redditi sotto i 7mila 550 euro, si arriva a quasi 12,6 milioni di contribuenti che alla fine della dichiarazione hanno un’IRPEF dovuta pari a zero. Restano 28,2 milioni di contribuenti che pagano l’IRPEF, di questi più di 18 milioni versano meno del 15%.

Dei restanti 10 milioni di contribuenti che pagano più del 15%, si possono individuare diverse fasce: 17,35% medio per 2 milioni 242mila contribuenti con reddito complessivo compreso tra 26mila e 29mila euro, 39,52% medio per i 35mila 677 contribuenti con reddito complessivo superiore a 300mila euro.

L’analisi misura anche l’impatto preciso di detrazioni e deduzioni. La voce più pesante è quella delle detrazioni fiscali, che valgono 67,5 miliardi, di cui 7,5 miliardi persi per incapienza. Fra queste, le più importanti sono quelle per reddito da lavoro dipendente, autonomo, o impresa, carichi di famiglia, recupero patrimonio edilizio, spese sanitarie, bonus riqualificazione energetica.

Le deduzioni ammontano a 35,1 miliardi, di cui 2,5 mld non applicate per incapienza. Le voci principali: contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, abitazione principale, previdenza complementare, spese mediche per portatori di handicap, assegni al coniuge divorziato o separato. E’ pari a 9,4 il valore del bonus da 80 euro in busta paga, che riguarda solo i lavoratori dipendenti fino a 26mila euro (dal 2018, 26mila 600 euro).