RSI: linee guida del Governo per la responsabilità d’impresa

di Barbara Weisz

8 Marzo 2013 17:31

Il Piano d'azione nazionale sulla Responsabilità Sociale d'Impresa prevede specifiche misure per le PMI: incentivi per gli investimenti, sostegno per reporting e rendicontazione, due diligence.

Annunciato il Piano d’azione nazionale sulla responsabilità sociale d’impresa (RSI) al 2014, dai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro che prevedono tra le altre cose incentivi alle PMI per gli investimenti in responsabilità sociale d’impresa, sostegno per attività di reporting e la definizione di linee guida semplificate per la sicurezza sul lavoro.

Il Piano si inquadra nell’ambito della rinnovata strategia europea in materia di CSR (Corporate Social Responsability): propone un approccio strategico alla responsabilità sociale come volano di competitività delle imprese e di crescita dell’economia del Paese, valorizza inoltre le buone pratiche, con un’attenzione particolare è dedicata proprio alle PMI.

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Queste spesso non dispongono delle risorse finanziarie e delle conoscenze sufficienti in materia di RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa) ma sono ritenute «fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Governo data la loro numerosità, il radicamento nelle comunità, i legami con le grandi imprese nella catena di fornitura e il ruolo crescente che assumono nell’internazionalizzazione delle produzioni».

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La presentazione ufficiale è prevista per fine marzo, ma nel frattempo il Piano è stato adottato ed è pronto.

Obiettivi del Piano nazionale RSI

Gli obiettivi prioritari sono sei.

1. Aumentare la cultura delle responsabilità presso le imprese, i cittadini e le comunità territoriali: innalzare il livello di conoscenza e consapevolezza in materia di RSI puntando sull’approccio strategico alla RSI nella gestione aziendale (fra gli interventi previsti, un tavolo multistakeholder presso il Ministero del Lavoro, partneriati territoriali, fra pubblico e privati, fra sindacati e imprese, azioni di formazione), rendere consumatori e cittadini consapevoli delle pratiche responsabili delle imprese ed evitare comportamenti sleali da parte di queste ultime (lotta ai paradisi fiscali, vicibilità delle imprese virtuose, realizzare in Italia l’European CSR Award, applicare il rating di legalità).

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2. Sostenere le imprese che adottano la RSI con varie misure (incentivi, premialità, semplificazioni). Previsti particolari incentivi alle PMI per il sostegno agli investimenti in RSI.

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3. Contribuire al rafforzamento degli “incentivi di mercato” per la RSI: la sostenibilità deve avere un ritorno economico, e oltre a quello rappresentato dall’apprezzamento dei clienti (e quindi dalla domanda dei consumatori), si possono valorizzare altri elementi, come la domanda pubblica (attraverso gli appalti), o il miglioramento dell’accesso ai capitali e al credito. Molti gli interventi previsti dal piano, fra cui la promozione della “Carta dell’Investimento Sostenibile e Responsabile della finanza italiana“, dei principi di finanza etica, sostegno al microcredito bancario (spesso rivolto a micro aziende).

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4. Promuovere le iniziative delle imprese sociali, delle organizzazioni di Terzo settore, di cittadinanza attiva e della società civile: qui la linea prioritaria di azione è orientata a favorire il dialogo fra terzo settore e imprese profit.

5. Favorire la trasparenza e la divulgazione delle informazioni economiche, finanziarie, sociali e ambientali: chiarezza e completezza delle informazioni delle imprese e sistemi di rendicontazione che permettano di misurare i vantaggi della RSI, spesso immateriali. In questo, si sottolinea un particolare sforzo proprio verso le PMI, per le quali si pensa a un sostegno pubblico per favorire l’adozione di forme di reporting sulla RSI.

6. Promuovere la RSI attraverso gli strumenti riconosciuti a livello internazionale e la cooperazione e la solidarietà internazionale: la RSI è sostenuta in ambito Ocse, Onu e G20, il governo si propone di valorizzare le linee guida internazionali (ad esempio quelle Ocse). Per le PMI, si pensa a sperimentazioni sulla due diligence nella catena del valore nei diveRSI settori economici, ma anche alla definizione, con il supporto dell’INAIL, di Linee Guida semplificate per le PMI e di settore in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro con il contributo delle parti sociali.