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Coworking: rete di Host al servizio dei professionisti

di Anna Fabi

12 Marzo 2021 07:16

La rete Hubway mette in contatto le richieste dei professionisti e l’offerta di spazi coworking messi a disposizione da proprietari e alberghi.

Il mercato del coworking è destinato a ripartire concretamente dal 2021, sebbene il 71% degli operatori abbia segnalato una costante diminuzione dei ricavi per tutto il 2020: lo affermano gli operatori del settore coinvolti in una recente survey promossa da Hubway, la piattaforma Made in Italy che mette a disposizione luoghi di lavoro e sale riunioni temporanee ai professionisti e agli imprenditori.

=> Pro e contro del coworking nel post-Covid

La crescita del coworking, conseguenza dell’incremento del lavoro a distanza diventato la nuova normalità, porterà a coprire il 30% della superficie degli immobili da lavoro entro il 2030. Se da un lato verrà sempre meno il concetto di scrivania propria, dall’altro lato aumenteranno gli utilizzi del desk condiviso e delle sale riunioni nei coworking e negli uffici a tempo. A subire un incremento sarà anche la distanza tra le postazioni, mentre cambierà anche la progettazione e la fruizione degli spazi interni.

Attualmente sono circa 6 milioni gli italiani che lavorano da casa, ma il numero dei lavoratori, professionisti e imprenditori alla ricerca di spazi di lavoro temporanei è destinato ad aumentare. Proprio per andare incontro a questa richiesta è stata fondata Hubway, la rete che offre la possibilità ai proprietari di immobili e alle strutture alberghiere di iscriversi come Host e di mettere gli spazi a disposizione degli utenti. Un’opportunità concreta per sostenere la ripresa del settore alberghiero, fortemente provato dalla crisi, ma anche per andare incontro ai professionisti che spesso devono sostenere costi elevati per la locazione degli uffici.

 Abbiamo molti imprenditori alberghieri che aderiscono alla formula proposta – dice Enrico Brotto, amministratore delegato di Hubway – perché hanno bisogno di mettere a reddito gli spazi che con il lockdown rischiano di essere inutilizzati.