Reddito imponibile e nuove aliquote IRPEF: la riforma fiscale riscrive le regole

di Alessandra Gualtieri

Aliquote IRPEF e reddito imponibile verso una revisione complessiva: come funziona oggi e cosa cambierà con la nuova legge delega di riforma fiscale.

Con l’approvazione del disegno di legge delega al Governo per la riforma fiscale, si delinea una revisione graduale dell’attuale meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche: rispetto all’attuale sistema ad aliquote IRPEF e scaglioni, con separazione netta fra tipologia di reddito in base alla sua natura (da lavoro dipendente, da lavoro autonomo, d’impresa, da fabbricati, redditi agrari, finanziari e redditi diversi), si mira ad una semplificazione.

Questo permetterà anche una maggiore flessibilità nell’applicazione delle deduzioni dall’imponibile fiscale. Le persone fisiche soggette ad IRPEF, ad esempio, nelle intenzioni di Governo potranno portare in deduzione dal reddito imponibile le spese necessarie alla “produzione”, inteso come lavoro (come le spese di trasporto quotidiano o per le dotazioni tecnologiche magari). Siamo però ancora nel quadro delle proposizioni, è fondamentale ricordarlo: la declinazione delle linee guida contenute nel ddl delega andrà affrontata nei decreti delegati nei24 mesi successivi all’approvazione in Parlamento.

Cosa prevede la riforma IRPEF del Governo Meloni

Nella delega al Governo per la riforma fiscale (disegno di legge) approvata il 16 marzo in Consiglio dei Ministri si prevede di agire lungo le seguenti direttrici:

  • fascia unica di esenzione fiscale per dipendenti e pensionati,
  • deduzione (anche a forfait) delle spese di produzione del reddito di lavoro dipendente e assimilato e deducibilità dal reddito dei contributi previdenziali obbligatori di categoria (se c’è incapienza, la deduzione si applica al reddito complessivo),
  •  flat tax incrementale per tutte le tipologie di reddito, non solo per le partite IVA (per le quali è già prevista in base alla Legge di Bilancio 2023). Si calcola sempre sull’incremento di reddito rispetto al più alto degli ultimi tre periodi di imposta.
  • riordino dei bonus fiscali (senza però toccare le voci fondamentali come le detrazioni sanitarie o per le spese d’istruzione).

Aliquote IRPEF 2023: come cambieranno?

La situazione attuale prevede i seguenti scaglioni IRPEF sul lavoro dipendente e relative detrazioni:

  1. fino a 15.000 euro: aliquota del 23% e detrazione pari a 1.880 euro (ameno 690 euro oppure, se a tempo determinato, almeno 1.380 euro);
  2. da 15.000 a 28.000 euro: aliquota del 25% e detrazioni pari a 1.910+1.190*[(28.000-reddito complessivo)/(28.000-15.000)]
  3. da 28.000 a 50.000 euro: aliquota del 35% e detrazioni pari a 1.910*[(50.000-reddito complessivo)/(50.000-28.000)]
  4. oltre 50.000: aliquota del 43% senza detrazioni.

Le ipotesi al vaglio

Prima ipotesi (meno percorribile)

  1. fino a 15.000 euro: aliquota del 23%
  2. da 15.000 a 50.000 euro: aliquota del 27%
  3. oltre 50.000: aliquota del 43%

Seconda ipotesi (più probabile)

  1. fino a 28.000 euro: aliquota del 23%
  2. da 28.000 a 50.000 euro: aliquota del 33-35%
  3. oltre 50.000: aliquota del 43%

Reddito imponibile per tasse e contributi: come funziona oggi

Ricordiamo infine che il reddito imponibile  è il valore complessivo di quanto prodotto o goduto dal soggetto, ossia la base imponibile su cui si calcolano pertanto sia le tasse sia i contributi previdenziali. Si tratta di una cifra lorda, determinata a partire dal reddito complessivo di un individuo (o società), dal quale però vengono sottratti alcuni oneri ritenuti deducibili, previsti per legge a seconda della natura del reddito stesso o del soggetto.

Redditi lavoro dipendente e assimilati

I redditi di lavoro dipendente a tempo indeterminato sono quelli percepiti da chi lavora con contratto subordinato a tempo indeterminato, oppure assimilati a tale tipo di contratto. Essi comprendono il salario, le gratifiche, la tredicesima e la quattordicesima, gli straordinari, le indennità di trasferta, le indennità di turno, le indennità di malattia e molti altri elementi previsti dalla legge. Per i dipendenti a termine il meccanismo fiscale applicato è lo stesso.

Imponibile previdenziale nella Certificazione Unica

L’imponibile previdenziale indicato nella Certificazione Unica (ex CUD) è il valore su cui si calcolano le contribuzioni previdenziali da versare all’INPS. Esso è determinato a partire dal reddito complessivo e si ottiene sottraendo alcune voci come la contribuzione obbligatoria per la previdenza sociale.

Imponibile previdenziale e RAL

L’imponibile previdenziale e RAL (Reddito annuo lordo) sono due indicatori fondamentali per determinare la base imponibile su cui calcolare le contribuzioni previdenziali e l’imposta sul reddito (le tasse).

  • L’imponibile previdenziale è il valore lordo del reddito su cui si calcolano i contributi INPS applicati (compreso l’esonero parziale determinato dal taglio del cuneo fiscale per alcune fasce di reddito previste dalla Manovra 2023)
  • La RAL (stipendio annuo lordo, comprensivo di varie voci) è il valore lordo del reddito utilizzato come base imponibile per calcolare l’imposta sul reddito (IRPEF) nonché le detrazioni fiscali.

=> Calcolo stipendio netto  online

Esonero contributivo in busta paga

Per il 2023 spetta un esonero del 2% sulla trattenuta INPS in busta paga a carico del lavoratore con contratto subordinato (dipendenti e assimilati) con retribuzione mensile fino a 2.692 euro lordi su 13 mensilità. L’esonero sale al 3% se lil reddito imponibile previdenziale non è superiore a 1.923 euro.

Come si calcola il reddito imponibile?

La base di reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali si calcola sottraendo dal reddito complessivo gli oneri deducibili per legge. Il reddito imponibile al termine di questa operazione, sarà dunque il reddito su cui si calcola l’imposta (ad esempio nel 730) e le contribuzioni previdenziali (trattenute in busta paga dall’INPS) e su cui si applicano le detrazioni (come ad esempio le spese sanitarie, le spese per l’istruzione, le spese per gli interessi del mutuo, e molte altre ancora).

Lo stipendio netto in busta paga equivale allo stipendio lordo meno i contributi e le tasse (applicate dal datore di lavoro). Nella dichiarazione dei redditi, il reddito netto è dato dall’imponibile lordo meno gli oneri deducibili e detraibili.