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Jobs Act autonomi approvato in Senato

di Barbara Weisz

3 Novembre 2016 18:19

Primo via libera parlamentare al disegno di legge su lavoro autonomo e smart working, che ora passa alla Camera: più tutele per le partite IVA, le regole del lavoro agile.

Via libera del Senato al disegno di legge su lavoro autonomo e smart working, che ora deve passare all’esame della Camera: maggiori tutele contro i ritardi nei pagamenti, maternità per le lavoratrici autonome senza astensione obbligatoria, regolamentazione del lavoro flessibile. Sono le novità introdotte dal Jobs Act autonomi, che è rimasto sostanzialmente invariato nel passaggio in aula, dopo le modifiche apportate in commissione.

=> Jobs Act autonomi: il testo

La prima parte della legge, dedicata al lavoro autonomo, aumenta le tutele del professionista a partita IVA nelle transazioni commerciali, ad esempio impedendo che i pagamenti oltre i 60 giorni dalla consegna della fattura. Previste anche più tutele in caso di malattia o infortunio, con la possibilità di astenersi dal lavoro, possibilità di partecipare agli appalti aggregandosi in reti o consorzi, deduzione al 100% per le spese di formazione.

Una delle misura fondamentali, riguarda le lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata INPS, alle quali spetta il diritto all’indennità di maternità senza che questo comporti l’obbligo di astenersi dalla prestazione. In pratica, le libere professioniste vengono equiparate ad altre tipologie di lavoratrici autonome, come artigiane e commercianti. Previsti poi sportelli ai centri per l’impiego dedicati ai lavoratori autonomi a partita IVA.

=> Jobs Act autonomi, le principali misure

La seconda parte del testo è invece dedicata allo smart working, che viene regolamentato differenziandolo rispetto al telelavoro. Lo smart working, o lavoro agile, è definito una «modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, allo scopo di incrementarne la produttività e agevolare la conciliazione dei tempi vita lavoro». E’ una forma di lavoro dipendente, può essere a tempo determinato o indeterminato, non prevede la presenza su luogo di lavoro e il rispetto di orari rigidi, ma funziona per obiettivi.

La legge fissa una serie di regole generali a cui deve uniformarsi la contrattazione collettiva e aziendale, in materia di retribuzione (che dev’essere pari a quella dei lavoratori con medesime mansioni impiegati all’interno dell’azienda), tempi di riposo, diritto alla disconnessione, forme di esercizio direttivo.

=> Smart working, il punto sulla nuova legge

Soddisfazione per l’approvazione da parte del Senato viene espressa dal presidente della comissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, secondo il quale «la larga condivisione, oltre i confini della maggioranza, del disegno di legge», rappresenta «una prima apertura politica e culturale alla responsabilità del risultato in ogni prestazione lavorativa, accentuata dalle capacità indotte dalle nuove tecnologie digitali».