Esodati: ufficiali i nuovi salvaguardati dalla Legge di Stabilità

di Barbara Weisz

Pubblicato 13 Novembre 2012
Aggiornato 14 Febbraio 2013 12:42

Esodati: ufficiale l'allargamento della platea nel Ddl di Stabilità, su cui il Governo ha posto il voto di fiducia. Copertura rafforzata da un sub-emendamento del Pd e assicurata da una clausola di salvaguardia: ecco chi sono i nuovi tutelati.

Si allarga la platea degli esodati: passato l’emendamento dei relatori in commissione Bilancio (con approvazione della RdS), il Governo è andato sotto su un sub-emendamento del Pd, che dunque è stato parimenti approvato: le nuove misure non dovranno toccare né minano quelle previste per tutelare i primi 130mila salvaguardati.

=>Leggi il testo integrale dell’Emendamento Esodati nel DdL Stabilità

Una precisazione al testo che non cambia la sostanza dell’emendamento: l’accordo sugli esodati è salvo.

Il Ddl – su cui il Governo ha posto tre voti di fiducia – allarga dunque la platea prevedendo nuovi requisiti che di fatto estendono la salvaguardia per altri 10mila lavoratori, finanziandola con il blocco di un anno della rivalutazione delle pensioni più ricche:

=> Leggi i dettagli della copertura per il Fondo Esodati nel Ddl di Stabilità

I nuovi salvaguardati

Secondo le stime verranno tutelati altri 10.130 esodati, rispetto ai 130mila già coperti da precedenti provvedimenti.

Si tratta di coloro che maturano i requisti dopo il 2011 ma che sono usciti – o che stanno uscendo – dal mondo del lavoro nei seguenti modi:

  • cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità (ordinaria o in deroga) a seguito di accordi perfezionati entro il 31 dicembre 2011 e abbiano raggiunto i requisti per andare in pensione con le vecchie regole entro la fine della mobilità, e in ogni caso entro il 31 dicembre 2014.
  • autorizzati al proseguimento volontario dei contributi entro il 4 dicembre 2011, che abbiano versato almeno un contributo alla data di entrata in vigore della riforma delle pensioni (28 dicembre 2011), anche se hanno continuato a lavorare, purché non con contratto dipendente a tempo indeterminato e senza aver guadagnato, dopo il 4 dicembre 2011, oltre 7500 euro annui lordi: devono perfezionare il requisito per la pensione entro il 36esimo mese successivo all’entrata in vigore della Riforma (dicembre 2014).
  • autorizzati alla prosecuzione volontaria dei contributi entro il 4 dicembre 2011 e collocati in mobilità alla stessa data: devono attendere la fine della mobilità per effettuare il primo versamento volontario, a condizione che perfezionino i requisiti per la pensione entro fine dicembre 2014.
  • risolto il rapporto entro il 30 giugno 2012 in ragione di accordi individuali o collettivi entro il 31 dicembre 2011: possono aver lavorato dopo la cessazione, guadagnando non oltre 7500 annui lordi, e devono perfezionare i requisiti per la pensione entro fine dicembre 2014.

Ci vorrà poi un decreto del ministero del Lavoro con le modalità attuative:

=> Per i dettagli leggi lo Speciale Esodati

La copertura

Per finanziare il provvedimento sono necessari 554 milioni in otto anni (c’è quindi un notevole aumento rispetto ai 100 milioni previsti dalla versione deel ddl presentata dal governo), così ripartiti:

  • 64 milioni di euro nel 2013,
  • 134 milioni di euro nel 2014,
  • 135 milioni di euro nel 2015,
  • 107 milioni di euro nel 2016,
  • 46 milioni di euro nel 2017,
  • 30 milioni di euro nel 2018,
  • 28 milioni di euro nel 2019,
  • 10 milioni di euro nel 2020.

Verranno utilizzati i 100 milioni già previsti dal Ddl del governo, più tutte le risorse già iscritte a bilancio per gli esodati ma non utilizzate (un tesoretto stimato in 9,1 miliardi entro il 2020) e, nel caso in cui queste non bastassero, è previsto il blocco della rivalutazione delle pensioni superiori a sei volte il minimo per il 2014.