Lavoro su piattaforme digitali: tutele UE per i riders

di Alessandra Gualtieri

10 Dicembre 2021 09:30

Migliori condizioni contrattuali per i riders e gli altri lavoratori delle piattaforme digitali: verso la direttiva UE con tutele analoghe ai subordinati.

La Commissione Europea ha proposto nuove misure a tutela dei lavoratori che operano mediante piattaforme digitali, al fine di garantire loro diritti e prestazioni sociali, con regole comuni a livello UE a garanzia di una maggiore certezza del diritto e condizioni di parità. Nello specifico, la Commissione ha avanzato:

  • una proposta di direttiva sulle condizioni di lavoro nella gig economy mediante piattaforme digitali e i diritti per lavoratori subordinati e autonomi;
  • una comunicazione che definisce le azioni che autorità nazionali e parti sociali dovrebbero adottare al loro livello;
  • un progetto di orientamenti per i contratti collettivi dei lavoratori autonomi, volti a migliorarne le condizioni di lavoro.

Lavoro subordinato per piattaforme digitali

La proposta di direttiva mira a tutelare giuridicamente i lavoratori in relazione alle loro condizioni contrattuali, individuando un elenco di criteri di controllo per determinare se una certa piattaforma può essere considerata “datore di lavoro”, nel cui caso scattano tutti i diritti del “lavoratore subordinato” in termini di salario, orario di lavoro, tutela della salute, ferie retribuite, protezione contro gli infortuni sul lavoro, prestazioni di disoccupazione e malattia, pensioni di vecchiaia contributive.

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I cinque criteri

Con 2 criteri su 5, scatta la classificazione di “datore di lavoro” e il relativo obbligo di trattare i propri riders come lavoratori subordinati. Le piattaforme avranno comunque il diritto di contestare questa classificazione, però resta a loro carico l’onere di dimostrare che non esiste un rapporto di lavoro simil-dipendente. Ecco i criteri:

  1. la piattaforma digitale determina i limiti per il livello di remunerazione del lavoratore;
  2. richiede al lavoratore di rispettare regole specifiche riguardo al suo aspetto, condotta verso il destinatario del servizio o all’esecuzione del lavoro;
  3. controlla l’esecuzione del lavoro o verifica la qualità dei risultati, anche per via elettronica;
  4. limita la libertà di organizzare il lavoro, sceglierne gli orari, accettare o rifiutare incarichi, ricorrere a subappaltatori o sostituti;
  5. limita la possibilità di creare una propria base di clienti o eseguire lavori per soggetti terzi.

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Gig economy nel mercato unico

Nella comunicazioneMigliori condizioni di lavoro per un’Europa sociale più forte: sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione per il futuro del lavoro“, la Commissione invita a proporre misure per migliorare le condizioni di lavoro mediante piattaforme digitali sfruttando i vantaggi della trasformazione digitale, con un approccio normativo transfrontaliero.

Diritto dell’UE in materia di concorrenza

La Commissione ha infine avviato una consultazione pubblica sul progetto di orientamenti per l’applicazione del diritto dell’Unione Europea in materia di concorrenza ai contratti collettivi dei lavoratori autonomi individuali (senza dipendenti) online e offline, anche in materia di retribuzione e soprattutto nei casi di squilibrio nel potere contrattuale.