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Pensioni senza cuneo fiscale, riforma entro il 2022

di Barbara Weisz

18 Ottobre 2019 14:17

Pensioni senza taglio del cuneo fiscale, in manovra solo il rinnovo temporaneo delle formule anticipate, riforma strutturale entro il 2022.

Il taglio del cuneo fiscale è riservato ai lavoratori, i pensionati restano fuori dalla misura così come lo erano dal bonus Renzi di 80 euro.

Sono in realtà poche le misure previdenziali nella manovra 2020, ma il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri conferma una imminente riforma del sistema previdenziale, che prevenga le conseguenze del dopo Quota 100 e che rispetti una serie di priorità: equità, donne, giovani.

Cuneo fiscale

Per quanto riguarda il cuneo fiscale, in Legge di Bilancio ci sono 3 miliardi che andranno in prevalenza nelle tasche dei lavoratori. Probabilmente dipendenti fino a 35mila euro di reddito lordo, platea dunque più vasta rispetto ai 26.600 del bonus Renzi. Allo studio, anche meccanismi per destinare parte delle risorse agli incapienti, che guadagnano meno di 8mila euro.

=> Taglio cuneo fiscale: gli aumenti per scaglione di reddito

Nessun coinvolgimento dei pensionati, che non hanno ancora ottenuto nemmeno il bonus Renzi o analoghe rimodulazioni delle detrazioni.

Pensioni 2020

Il piatto forte della manovra 2020, sul fronte previdenziale, è rappresentato da due proroghe: Opzione Donna e APe Social, entrambe di un anno. Non ci sono invece notizie sull’APE Volontario: anche questa forma di anticipo pensionistico è in scadenza a fine 2019, ma non si parla di proroghe.

Diversamente, è stata confermata Quota 100, dopo le ipotesi di irrigidimento dei paletti o della validità temporale dell’opzione di pensione anticipata, prevista in via sperimentale fino al 2021.

=> Opzione Donna, APE Social e Quota 100: le novità 2020

Riforma Pensioni 2021

E qui sta il punto: per effetto della “scadenza” di quota 100, nel 2022 si creerà uno scalino di cinque anni: per ritirarsi torneranno a servire 67 anni di età contro i 62 della Quota 100. Anche per questo, il Governo provvederà – prima della scadenza – una più vasta riforma pensioni che affronti definitivamente i nodi insoluti.

Come quello della flessibilità in uscita. «Bisogna costruire un assetto più equo, flessibile ed equilibrato del sistema previdenziale», sottolinea il ministro Gualtieri, avviando «un dialogo con le parti sociali» con le quali l’esecutivo condivide «necessità e urgenza di affrontare i nodi strutturali». Fra i quali c’è lo scalone del 2022 e, più in generale, «il tema dell’equità, a partire da lavori gravosi, donne e giovani, e dell’utilizzo efficiente delle risorse».