Pagamenti PA in 30 giorni: recepita Direttiva UE

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 5 Novembre 2012
Aggiornato 2 Gennaio 2013 09:04

Recepita in Italia direttiva UE contro il ritardo nei pagamenti dalla PA: dal 2013, massimo 30 giorni per saldare le fatture di tutte le transazioni commerciali, anche tra imprese private, con solo poche eccezioni.

Niente più ritardi nei pagamenti dalla PA alle imprese: il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge che recepisce la direttiva 2011/7/UE obbligando le Amministrazioni Pubbliche a pagare entro 30 giorni. Si tratta del D.Lgs. che attua la delega conferita al Governo con l’articolo 10 della legge n. 180 del 2011 (Statuto delle imprese):

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Il Governo italiano ha recepito la direttiva UE sui ritardi nei pagamenti dalla PA in anticipo rispetto alla scadenza fissata dalla Commissione Europea per il 16 marzo 2013.

La nuova normativa entrerà in vigore dal 1° gennaio 2013, ovvero per tutti i contratti conclusi a partire da questa data, anche tra imprese private.

Il problema del ritardo nei pagamenti non riguarda solo il rapporto tra imprese e PA, ma anche i rapporti tra imprese stesse. La direttiva UE riguarda pertanto i tempi di pagamento per tutte le transazioni commerciali, fissandoli a 30 giorni, indipendentemente dal fatto che a pagare debba essere la PA o un’azienda privata.

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Deroga a 60 giorni

Solo per la Sanità viene concessa una deroga ed i tempi per il pagamento saranno di 60 giorni invece dei 30 fissati dal decreto per tutte le altre PA, comunque molti meno rispetto ai 315 di media in Italia dove in alcuni casi si superano i mille giorni.

Tra privati la deroga a 60 giorni sarà ammessa solo giustificando tali tempistiche tramite un contratto scritto.

Viene inoltre stabilita, nel caso in cui si superi il limite dei 30 giorni, una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori (8% e non più 7%) rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento.

«L’Italia è il primo grande Paese europeo a dare attuazione alla direttiva. Il decreto legislativo è il frutto di una intensa attività di coordinamento del Ministro per gli Affari Europei con il Ministro co-proponente della Giustizia», ha comunicato il Governo in una nota stampa.

Lavori pubblici

C’è però chi, come Confindustria, Cnappc (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) e ANCE (Associazione nazionale costruttori edili), lamenta l’assenza di un riferimento esplicito al comparto delle costruzioni e dei lavori pubblici.

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Per l’ANCE «su questo punto si gioca il futuro di migliaia di imprese che aspettano da mesi una soluzione al problema sia per lo stock presente che per i crediti futuri».

«Gli architetti italiani vantano crediti per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Secondo la Banca d’Italia, inoltre, l’ammontare dei debiti non pagati nel 2011 dalla PA è stato pari a 70 miliardi di euro. Nel solo settore delle opere pubbliche si stima che la dimensione finanziaria dei ritardi di pagamento della PA alle imprese che realizzano lavori pubblici sia in costante crescita ed abbia raggiunto ormai 19 miliardi di euro sul totale dei 70 miliardi», ha invece ricordato il Consiglio degli architetti.