Il Fisco 2.0 rivoluziona i controlli

di Barbara Weisz

Pubblicato 29 Aprile 2016
Aggiornato 15 Giugno 2017 09:54

Il Fisco cambia: tolleranza verso le irregolarità minori, verifiche sui grossi evasori, strumenti digitali per un accertamento meno invasivo e più efficace.

Mano leggera con i “piccoli evasori” e pugno di ferro contro le gravi irregolarità: è questa, in sintesi, la nuova strategia dell’Agenzia delle Entrate, messa nero su bianco nella Circolare 12/E del 28 aprile 2016. Obiettivo, migliorare l’attività di accertamento (anche internazionale) riducendone l’invasività, grazie a una più stretta cooperazione con altri organi, a controlli fiscali automatici incrociati e ad operazioni sempre più tracciabili. Non a caso, si punta molto sulla fatturazione elettronica, che da luglio 2016 vedrà in campo un servizio gratuito dell’Agenzia delle Entrate e dal 2017 agevolazioni fiscali per le operazioni tra privati.

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Eterogenei, dunque, gli strumenti e gli ambiti di azione: presidio del territorio, coordinamento con altri enti, incrocio di banche dati digitali, voluntary disclosure, cooperative compliance, ruling internazionale, spesometro ecc.

Controlli mirati

Nell’attività ordinaria si punta a controlli mirati, concentrandosi su reali situazioni di rischio, trascurando contestazioni di natura formale e di esiguo ammontare, valutando comportamenti evasivi o elusivi ricorrenti tra soggetti che si avvalgono degli stessi intermediari, per procedere eventualmente anche nei confronti dei consulenti la cui condotta

«rischia di mettere in cattiva luce un’intera categoria che, al contrario, è in larghissima parte attiva per garantire il corretto adempimento degli obblighi fiscali».

Fra gli impegni prioritari, la gestione delle pratiche di voluntary disclosure in modo da concludere la trattazione entro il prossimo 30 settembre e perfezionare le posizioni entro fine anno. La circolare fornisce indicazioni operative sulla raccolta digitale di dati contenuti nelle istanze di adesione, anche per successive analisi e future attività di contrasto all’evasione: per consentire queste operazioni è stato messo a punto un apposito applicativo. Allo scopo di ottimizzare l’incrocio dei dati, si punterà molto anche al coordinamento con altri enti (Guardia di Finanza, Agenzia Dogane e Monopoli, INPS, INAIL, SIAE, enti territoriali).

Collaborazione con altre autorità anche per la lotta all’evasione internazionale: fra le strategie, individuare le società “cartiere” per cercare di procedere alla cessazione d’ufficio della partita IVA, ricostruendo i rapporti commerciali fino al reale beneficiario, anche ricorrendo a indagini finanziarie.

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Compliance

In generale, si ribadisce l’importanza del contraddittorio preventivo con il contribuente, per evitare recuperi complessi perché non preceduti da effettivo confronto. Sul fronte della compliance, dopo la sperimentazione 2015 (con l’utilizzo di comunicazioni preventive via PEC ai contribuenti nei confronti dei quali sono registrate anomalie), si proseguirà nel 2016 con priorità nei confronti di quei soggetti passivi IVA che:

  • nel 2011 hanno percepito, ma non dichiarato, in qualità di esercenti somme raccolte per mezzo delle slot machine;
  • dal confronto con le somme certificate dai sostituti d’imposta attraverso il modello 770 hanno omesso di dichiarare compensi percepiti nel 2012;
  • presentano anomalie derivanti dall’incrocio di dati dichiarati nel 2013 e Spesometro:
  • anomalie nel triennio 2012-2014 sulla base degli studi di settore;
  • anomalie nel confronto dei dati fra presentazione annuale IVA 2015 e dichairazione IVA riferita al medesimo peridoo d’imposta.

Tutti questi soggetti, dopo aver ricevuto la “comunicazione amichevole” dell’Agenzia, riceveranno nel cassetto fiscale documenti utili a chiarire nel dettaglio le anomalie riscontrate, e potranno utilizzare lo stesso strumento informatico per fornire eventuali elementi informativi utili. Previste anche comunicazioni a persone fisiche e imprese individuali per i quali nel corso del 2012 sono emerse contraddizioni dichiarative.

Il programma di cooperative compliance è invece riservato ai grandi contribuenti, da quest’anno aperto anche alle imprese che rispondono alle richieste dell’Agenzia delle Entrate fornite tramite interpello sui nuovi investimenti. Infine, è previsto il ricorso all’accordo preventivo per le imprese con attività internazionali, esteso anche al patent box.