Paradisi fiscali, stretta UE dopo i Panama Papers

di Barbara Weisz

Pubblicato 13 Aprile 2016
Aggiornato 7 Aprile 2017 11:35

Più trasparenza fiscale per le multinazionali con attività UE dopo i Panama Papers: progetto di legge UE per la compliance, con impatto positivo sulle PMI.

Lo scandalo dei Panama Papers riaccende i riflettori sull’evasione internazionale e l’Unione Europea corre ai ripari mettendo a punto nuove regole per la trasparenza, con una stretta sui paradisi fiscali che va anche a vantaggio delle PMI. La proposta di legge presentata dalla Commissione – dovrà ora compiere l’iter legislativo (andando in Parlamento e poi in Consiglio) – prevede che le multinazionali con fatturato globale sopra i 750 milioni di euro, quando hanno attività anche in Europa (secondo le stime di Bruxelles, si tratta di circa 6.500 imprese), comunichino una serie di informazioni (fatturato, numero di dipendenti, attività svolte) per ogni paese europeo in cui sono attive (country by country), anche in relazione ai paesi che non rispettano le norme internazionali sulla trasparenza fiscale, ossia i paradisi fiscali.

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Una misura che vuole scoraggiare comportamenti elusivi che, stima la Commissione, costano ai paesi UE da 50 ai 70 miliardi di mancato gettito fiscale ogni anno. E hanno un impatto negativo sull’intero sistema delle imprese, in particolare le piccole e medie: le multinazionali, secondo le stime, pagano in media il 30% di tasse in meno rispetto alle PMI che invece pagano le tasse in un solo paese, sopportando un carico fiscale ben superiore, a danno della competitività e delle regole sulla concorrenza.

Quello della compliance fiscale è un tema da anni al centro dell’agenda di Bruxelles e delle principali istituzioni finanziarie internazionali. Lo scandalo dei Panama Papers (milioni di dati su evasori fiscali di tutto il pianeta) ha semplicemente contribuito ad accelerare i tempi per le nuove misure preventive.

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Spiega Jonathan Hill, commissario UE per la stabilità finanziaria:

«le nostre economie e le nostre società hanno bisogno di un sistema fiscale equo e questo principio si applica sia ai singoli che alle imprese. Oggi però, grazie a complessi accordi fiscali, alcune multinazionali riescono a pagare fino a un terzo meno tasse delle imprese che operano in un solo paese. L’obiettivo della nostra proposta è quello di aumentare la trasparenza per aumentare la responsabilità delle imprese, favorendo una concorrenza più leale tra le imprese di qualsiasi dimensione».

Il vicepresidente Valdis Dombrovskis, responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, aggiunge che la normativa consente di:

«rendere le informazioni sulle imposte sul reddito versate dai gruppi multinazionali veramente accessibili al pubblico, senza imporre nuovi oneri alle PMI e nel pieno rispetto dei segreti aziendali».