Idee imprenditoriali: come aprire una parafarmacia

di Nicola Santangelo

Pubblicato 6 Agosto 2013
Aggiornato 16 Aprile 2015 07:28

Guida completa all'apertura di una parafarmacia o di un distributore automatico di parafarmaci in Italia: requisiti normativi, adempimenti burocratici, costi, business plan e analisi del mercato.

Sono diverse le forme di business legate al mercato dei farmaci che possono interessare aspiranti imprenditori: dalle parafarmacie (leggi le regole) ai distributori automatici di prodotti parafarmaceutici. Si tratta di un mercato relativamente nuovo, nato con il decreto Bersani del 2007 che ha liberalizzato i farmaci da banco. Vediamo come aprire una parafarmacia: forma societaria, presenza del farmacista (scopri la liberalizzazione delle farmacie), ampiezza locali, avvio attività, business plan.

Il mercato delle parafarmacie

Oggi le parafarmacie in Italia sono circa 3.800. Si tratta di un business è in ascesa soprattutto nelle grandi città, e che presenta ancora buone potenzialità di sviluppo. La vendita di farmaci da banco rappresenta in media il 25% del fatturato. Il grosso del business viene dal comparto benessere: cosmetici, integratori, articoli omeopatici e sanitari, per l’infanzia e la veterinaria. Una ipotetica riforma per farle entrare nel mercato dei farmaci di fascia C con ricetta ma a pagamento incrementerebbe il fatturato di oltre il 30%.

Costituzione: i requisiti

Le parafarmacie possono essere costituite sia sotto forma di società di persone sia sotto forma di società di capitali (da non sottovalutare l’ipotesi di costituire una società semplificata a responsabilità limitata, introdotta dal decreto liberalizzazioni per i giovani under 35 (leggi come aprire una srl semplificata). L’investimento iniziale dipende dalle dimensioni del locale. I costi da sostenere riguardano affitto, arredamento, luci, registratore di cassa, lettore dei codici a barre dei farmaci, computer e software. L’insegna è importante. Le parafarmacie non possono utilizzare la scritta “farmacia” o la croce verde o i simboli identificativi che possano indurre il consumatore a credere che si tratti di farmacia. La normativa non prevede che i soci o il titolare siano farmacisti. Per vendere i farmaci è necessaria la presenza di un farmacista laureato e abilitato ossia iscritto all’ordine, ma non deve necessariamente essere il titolare. La presenza del farmacista deve essere garantita per tutto l’orario di apertura dell’esercizio commerciale anche se non è tenuto a consegnare a ogni cliente i medicinali.

Avvio attività

La procedura per l’avvio dell’attività è abbastanza semplice, e prevede: Denuncia di Inizio Attività al Comune di appartenenza presso l’ufficio commercio. Può essere presentata personalmente, tramite fax, PEC o posta raccomandata utilizzando la modulistica messa a disposizione dallo stesso Comune; Comunicazione Unica alla Camera di Commercio; Comunicazione al Ministero della Salute che rilascerà il codice per la tracciabilità del farmaco. Il responsabile dovrà registrarsi sul portale del Ministero indicando i propri dati anagrafici. Al termine della registrazione riceverà una e-mail contenente il codice utente e la password per accedere al sistema e richiedere il profilo di Responsabile per la Comunicazione per la Tracciabilità del Farmaco; Comunicazione alla Regione, all’Agenzia del Farmaco e all’Ordine dei farmacisti.

Gestione del business

Ad influire sensibilmente sullo sviluppo del business della parafarmacia è sicuramente il locale: uno spazio troppo piccolo potrebbe influire negativamente sulla crescita, limitando la possibilità di mostrare la propria merce e soffrendo maggiormente, ad esempio, la concorrenza delle farmacie. È importante che il negozio si trovi in zone di passaggio, visibile e accessibile, possibilmente con ampi parcheggi oppure all’interno di un centro commerciale o in prossimità di ospedali o studi medici. La parafarmacia, come qualsiasi altra impresa, necessita lo studio di strategie, l’analisi del territorio, del bacino di utenza e della concorrenza. Importante anche la valutazione di capacità e attitudini dello staff. Avere bene in mente quali sono gli obiettivi è il passo successivo e fondamentale. Un concreto aiuto può arrivare dalla redazione di un business plan, con un budget proporzionato alle possibilità e agli obiettivi.

Costi e finanziamenti

Non sempre sono necessari enormi capitali: soluzioni commerciali alternative permettono di acquisire gli strumenti senza bisogno di forte liquidità. Il leasing, ad esempio, è uno degli strumenti più utilizzati per l’acquisto di arredamenti e attrezzature. Una soluzione alternativa per aprire una parafarmacia è il Franchising. In questo modo è possibile beneficiare di know how commerciale e amministrativo, assistenza e formazione nonché sfruttare la forza di un brand già presente sul mercato. Di norma non sono previsti diritti d’entrata o pagamenti di royalty. L’affiliazione in franchising consente, inoltre, di confrontarsi con aziende specializzate anche in fase di sviluppo, progettazione e definizione degli obiettivi.

Distributori di parafarmaci

Per chi è alla ricerca di soluzioni business alternative all’apertura di una parafarmacia si può, infine, suggerire un’attività ancora in fase embrionale ma di sicuro effetto: quella del distributore automatico di prodotti parafarmaceutici. Si tratta, in pratica, di un impianto aperto 24 ore al giorno che fornisce prodotti per l’automedicazione, cosmesi, omeopatia, prodotti per l’infanzia, per l’igiene o prodotti veterinari. La facilità di posizionamento di tali macchine e la possibilità di erogare prodotti tutti i giorni, festività incluse, potrebbe favorire nei prossimi anni lo sviluppo di questa nuova forma di business.