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Brevetti e marchi: made in Italy leader in Europa

di Francesca Vinciarelli

15 Maggio 2012 09:10

Brevetti e marchi made in Italy: l'analisi Unioncamere degli ultimi 12 anni della creatività nazionale. Siamo tra i leader in Europa, anche se ancora si preferiscono i depositi nazionali.

L’innovazione e la creatività sono made in Italy, secondo l’ultima analisi dell’Osservatorio di Unioncamere sui brevetti e marchi comunitari registrati nel periodo 1999-2010. Il nostro Paese in quanto a numero di brevetti è infatti fra i leader d’Europa, dove l’Italia spicca con un ottimo quinto posto.

Un estro che chiede di essere tutelato in Europa attraverso la registrazione del marchio comunitario.

Per il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, «il sostegno che il sistema camerale fornisce alle imprese, d’intesa con il Ministero dello Sviluppo economico, affinché tutelino le proprie invenzioni e il proprio brand sia a livello comunitario che internazionale deriva dalla constatazione che il deposito di brevetti e marchi è fondamentale per proteggere la creatività ed il genio italiano nel mondo contro le azioni di contraffazione che procurano un grave danno all’economia nazionale sia in termini di riduzione della competitività delle imprese, sia di sicurezza, sia di mancate entrate fiscali».

E la creatività made in Italy spazia dai prodotti di largo consumo, alla moda, fino ad arrivare ai dispositivi elettronici, elettrici, ottici e digitali passando per gli occhiali i caschi e gli estintori, ma anche prodotti medici e veterinari, packaging e automotive.

La registrazione dei marchi non sembra soffrire la crisi, visto che tra il 2009 e il 2010 le domande italiane presentate all’Uami (Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno) sono cresciute del +8%. In Europa, in 12 anni (dal 1999 al 2010) sono stati depositati 59.300 marchi, a fronte di 701.806 domande di cui l’82,7% arrivava dai Paesi del G12.

Diversamente accade per la brevettazione, che evidenza un calo che sfiora il -6%.

Nella classifica delle domande di marchi comunitari depositati, l’Italia figura al quinto posto (8,3% delle richieste). I più prolifici si dimostrano i tedeschi (19,1% delle domande totali), prima anche degli statunitensi (12,7%), degli inglesi (9,9%) e degli spagnoli (8,8%). A fare da fanalino di coda i Paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina con l’1,6% delle domande presentate all’Uami.

Deposito italiano

In realtà però gli italiani preferiscono lasciare la propria genialità in Italia, i depositi nazionali sono infatti numericamente ancora molto superiori a quelli comunitari: con riferimento al 2010 i depositi nazionali tra primi depositi, rinnovi e marchi collettivi erano 56.000, quelli comunitari 6.750.

Il marchio è per l’87,2% prerogativa delle imprese, mentre del 12,8% il 10,8% è ad appannaggio delle persone fisiche e il 2% degli Enti.

In generale il Nord è il più creativo, con il Nord-Ovest  che detiene il 39,3% dei brevetti ed il Nord-Est il 33%. Segue il Centro con il 19,3%, quindi Sud e Isole con l’8,5%, ma in queste due macro aree si concentra il maggiore tasso di crescita annuo, con percentuali superiori alla media nazionale nel periodo 1999-2010: +7,4% e +6,7% rispettivamente.

A livello territoriale, tra le regioni più creative in testa alla classifica c’è la Lombardia dove Milano detiene una quota del 22,1% dei marchi comunitari depositati da 3.900 imprese, a debita distanza arrivano Veneto (dove Verona  detiene il 4,5% delle domande e 697 imprese; Treviso il 3,5% e 750 imprese; Vicenza il 3,5% e 843 imprese), Emilia Romagna (con Bologna al 4,1%), Toscana e Lazio (con Roma al 6%).

Brevetto Europeo

In Europa sono stati depositati 44.500 brevetti in 12 anni, a fronte di1.374.891 domande di brevetto presentate all’European Patent Office (EPO) nel periodo 1999-2010 di cui l’88,8% da parte dei Paesi del G12.

La maggioranza delle domande di brevetto pubblicate è arrivata dagli Stati Uniti (28,1%), a seguire Germania (18,7%) e Giappone (17,4%). L’Italia detiene una quota del 3,2% con le sue 44.477 richieste di brevetto pubblicate dall’EPO, che corrisponde all’ottava posizione fra i Paesi del G12 e dei BRIC.

Il tasso medio annuo di crescita del nostro Paese è del +3,2%, meglio di Gran Bretagna (+2,1%) e Germania (+3,1%), anche se nel 2010 si è evidenziato un calo del 5,9%. Nel 2010 i tassi di crescita maggiori si sono registrati in India (+10,0%) e Cina (+6,7%). Ma tra i Paesi europei a spiccare c’è la Francia (+6,3%).

Con 67 domande di brevetto per milione di abitanti, l’Italia si posiziona al decimo posto fra i Paesi del G12 in termini di produttività, dove a capeggiare è la Svizzera, seguita da Svezia, Germania e Paesi Bassi.