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Fidati di Google Apps: da oggi risposte online su Cloud e sicurezza

di Tullio Matteo Fanti

25 Giugno 2010 14:45

Google offre agli utenti un nuovo sito web in lingua italiana, nato per rispondere ai dubbi più frequenti su Cloud Computing, sicurezza e strumenti Google Apps

Il portale web Trust Google Apps è ora disponibile anche in lingua italiana (Fidati di Google Apps) e cercherà di dare una risposta concreta ai più comuni dubbi e perplessit&agrave degli utenti e delle aziende che decidono di avvicinarsi al cloud computing, alla cloud security e soprattutto alle Google Apps. Il tutto, sotto forma di richieste online.

La sicurezza dei servizi sulla “nuvola” è ‘ossessione delle aziende, che da un lato vogliono sfruttarne i benefici e dall’altro desiderano chiarimenti e rassicurazioni su come vengono protetti i dati di lavoro in rete.

Inoltre, i dubbi delle aziende spesso sono legati alla disponibilità senza blocchi o limitazioni delle informazioni, in ogni momento della giornata, da qualsiasi luogo e da qualsiasi dispositivo dotato di browser.

Google perciò rassicura: il Cloud evita ogni errore umano (spesso vera causa della perdita di dati sensibili), evita di esporre le informazioni ad occhi indiscreti tramite l’invio via posta elettronica e il riversamento su unità di archiviazione mobili, che potrebbero comportare infezioni da virus o smarrimento di dati.

Inoltre, Google spiega come fa ad offrire un ambiente di computing completamente omogeneo, dove ogni nuova patch viene installata su tutti i sistemi in modo rapido e uniforme. Al contrario, molte aziende impiegano normalmente da 30 a 60 giorni prima di installarle sui propri sistemi manualente.

Particolarmente interessante, infine, il link alla Apps Status Dashboard, che fornisce informazioni sull’esecuzione dei servizi Google Apps, al fine di segnalare ogni possibile malfunzionamento.

In merito alla certificazione e riservatezza dei dati gestiti nel Cloud, Google illustra gli effetti della certificazione SAS 70 Type II e i vantaggi per le aziende derivanti da accordi Safe Harbor tra Stati Uniti, Europa, Stati Uniti e Svizzera, oltre a chiarire alcune interrogativi tipici delle aziende che si affidano al Cloud, tipo: “chi è proprietario dei dati che un’azienda colloca in Google Apps?”!.