A meno di due settimane dal blackout mondiale della rete di telefonia via web, Skype sperimenta un nuovo problema, che dalle 13 di ieri ha smesso di funzionare per una moltitudine di utenti. Per oltre un’ora non è stato possibile utilizzare la piattaforma recentemente acquisita da Microsoft, che da poco ha superato i 30 milioni di iscritti attivi connessi online e i 660 milioni di utenti registrati.
Il malfunzionamento è stato comunicato attraverso la sua pagina sul social network Twitter, anche se la segnalazione era già stata effettuata da un numero cospicuo di utenti su siti network e blog. Inoltre Skype aveva minimizzato il problema, scrivendo che solo «una piccola parte di utenti potrebbe aver avuto problemi nel collegarsi».
In ogni caso, a partire dalle 14,30, sempre via Twitter, è arrivata la conferma che il problema era stato identificato e che si stava procedendo a risolverlo, con conseguenti utenze che ricominciavano a funzionare.
Ovviamente sono letteralmente piovuti dal cielo migliaia di commenti da parte degli utenti che si lamentano del malfunzionamento, attribuendolo al passaggio a Microsoft (per 8.5 miliardi) la responsabilità dei problemi di collegamento, ormai tristemente frequenti.
Commenti che, inevitabilmente, si sono acuiti anche grazie alle recenti rivelazioni del codice sorgente di alcune versioni non più attuali del software. In particolare, nonostante il sito del supporto ufficiale affermi che Skype è un programma proprietario ed è “closed-source“, negli ultimi giorni una complicata opera di reverse engineering ha consentito di svelare i meccanismi di base dei protocolli e della crittografia utilizzata nelle comunicazioni.