La comunicazione in Rete rappresenta uno strumento fondamentale per le grandi aziende, che sempre di più si affidano ai social network come Facebook e Twitter per rafforzare un brand e ottenere consensi: cosa succede se non si hanno abbastanza fan o followersì? Si acquistano online, stando almeno alle dichiarazioni rilasciate da un comunicatore come Marco Camisani Calzolari, che ha innescato una polemica non da poco rendendo noti i dati di una ricerca recente.
La stragrande maggioranza delle aziende italiane acquista seguaci virtuali in stock, tanto che in 8 casi su dieci i fan di Facebook e i follower di Twitter sono identità false. Marco Camisani Calzolari, imprenditore e professore di Comunicazione Aziendale e Linguaggi Digitali allo Iulm di Milano ((l’università di lingue), spara a zero contro questa pratica molto diffusa anche nella penisola svelando di aver testato in prima persona questo meccanismo:
“Ho pagato 20 dollari per ottenere 50 mila follower su Twitter e 30 dollari per avere 6mila like sulla mia pagina Facebook. I nomi sono verosimili, combinano quelli disponibili in vari database esistenti, e il mio caso dimostra che il numero di contatti e le relative classifiche da sole non vogliono dire nulla. Sviluppare una community è un compito difficile, con una grande attenzione ai dettagli e al coinvolgimento. Il mercato nero danneggia quello vero“.
Una rivelazione che, otre a scatenare un putiferio mediatico, focalizza l’attenzione sulle strategie messe in pratica da molte aziende al fine di ottenere visibilità e rafforzare la propria immagine, ma non solo, infatti a sfruttare questa possibilità – grazie all’esistenza di Web Agency e siti Internet appositi – sarebbero anche numerosi personaggi della politica o, più semplicemente, chiunque desideri potenziare il suo network e dare un’immagine di sé alterata rispetto al reale.
La comunicazione in Rete non è quindi improntata sul concetto di trasparenza, e questo grazie alla compravendita di fan o follower acquistabili in “pacchetti” di varia capienza e a prezzi contenuti. Lo stesso Calzolari illustra in modo più preciso le modalità di acquisto dei sostenitori virtuali, da distinguere in utenti finti creati da un bot e persone reali che diventano a tutti gli effetti affiliati.