Livelli Minimi di e-Gov: primi risultati

di Gianluca Passaro

11 Dicembre 2008 09:00

I primi risultati della Ricerca LEM ? Livelli Minimi di e-Government negli Enti Locali: anticipazioni e riflessioni alla conclusione della prima fase

Nel corso del mese di maggio di quest’anno è stato avviato a cura della SSPAL, Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale, il progetto di Ricerca LEM ? Livelli Minimi di e-Government negli Enti Locali, finalizzato alla realizzazione di Linee Guida per l’implementazione di politiche (policies) locali di innovazione, per condividere la conoscenza tacita sulla realtà dell’e-Government nella PA locale, illustrare la consistenza degli elementi che compongono le attuali politiche per l’innovazione, evidenziarne le relazioni tra i portatori di interesse e tracciarne, da un punto di vista operativo, le risposte.

Il progetto di Ricerca è stato ripartito in due fasi: una prima, avviata appunto nel mese maggio e che si è conclusa lo scorso luglio, articolata in forma di “Osservatorio”, che ha avuto come destinatari i partecipanti ai corsi istituzionali di specializzazione SSPAL per i Segretari Comunali e Provinciali e come strumento essenziale di lavoro un Questionario; ed una seconda fase, ai blocchi di partenza, che prevede una intensa attività di comunicazione per una discussione analitica dei risultati dell’Osservatorio.

Il Questionario LEM 2008 è articolato in cinque sezioni, dalla definizione delle skills ICT del Segretario presso l’Ente, alla verifica sulla conoscenza di termini e processi delle ICT, alla descrizione delle ICT nel Comune e nel rapporto con il Territorio (anche attraverso un focus sulla gestione di servizi in forma associata). Ed ecco la prima sintesi delle rilevazioni, svolte su di un campione di 172 Segretari, per il 63% attivi in Comuni con popolazione compresa tra i 5.000 ed i 15.000 abitanti (un segmento che per dimensionamento anagrafico rappresenta circa i tre quarti dei Comuni italiani).

La consapevolezza tecnica e culturale sui contenuti di e-Government, e-Democracy e Società dell’Informazione appare acquisita: sulle rispettive definizioni risponde correttamente l’89%, l’84% ed il 77% del campione intervistato. Un dato altrettanto significativo è l’indice sulle modalità di acquisizione di queste competenze: il 96% degli intervistati ha sviluppato competenze in ICT in autoformazione; la partecipazione ad iniziative o corsi di formazione specifici sull’innovazione tecnologica nella PA è stratificata all’interno di questo stesso campione: il 27% ha integrato le proprie competenze presso player della formazione pubblica, il 12% rivolgendosi all’offerta del mercato. Subito un primo spunto di riflessione: come si colloca la formazione rispetto alla definizione di Governance dell’Innovazione? Appare, infatti, evidente quanto la percezione culturale sui temi delle ICT (e delle conseguenze operative sul piano gestionale) sia piuttosto il risultato di una “temperie” generalizzata, che incentiva appunto modalità di autoformazione mentre decisamente bassa sembra essere la capacità dell’offerta formativa.