Con 145 voti a favore e 97 contrari il Senato ha detto si alla Riforma della Pubblica Amministrazione, la legge delega che ora attende i decreti attuativi e che introduce numerose novità mirate a limitare la spesa della PA e favorire una maggiore organizzazione degli enti pubblici, così come della dirigenza statale.
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Il Ministro Marianna Madia ha sottolineato la portata innovativa della Riforma, soprattutto per quanto riguarda l?introduzione di maggiori criteri di merito nelle carriere dei dipendenti pubblici (il Governo, inoltre, si impegna ad adottare un nuovo testo unico sul pubblico impiego entro 18 mesi).
Ecco uno breve sunto delle disposizioni introdotte:
Partecipate: nuove regole per quanto riguarda le nomine, riduzione numerica, accorpamenti e tagli.
Dirigenti: incarichi con durata quadriennale rinnovabile una sola volta per due anni. Saranno licenziabili nel caso in cui l?ultimo mandato venga valutato negativamente. I dirigenti condannati dopo la sentenza della Corte dei Contri non saranno più insigniti di incarichi, mentre per tutti gli altri la carriera e la retribuzione inizierà a essere valutata sulla base del merito.
Corpo forestale dello Stato: confluirà nei Carabinieri e sarà di fatto smembrato.
Trasporti: le funzioni del PRA passeranno al Ministero delle Infrastrutture.
Prefetture: saranno ridotti gli uffici con l?accorpamento delle funzioni restanti all’Ufficio territoriale dello Stato.
Silenzio-assenso: il consenso di un?amministrazione, in caso di silenzio, varrà come assenso e scatterà quindi dopo 30 giorni dalla notifica dell?atto. Per quanto riguarda gli enti che trattano di tutela ambientale, paesaggistica, beni culturali e salute dei cittadini, il termine passa da 60 a 90 giorni.