I tagli sul costo del lavoro pubblico compromettono la qualità dei servizi nella pubblica amministrazione: lo sottolinea la Corte dei Conti nella relazione sul costo del lavoro statale relativa al 2012, mettendo in evidenza come l?applicazione delle strategie previste dalla spending review rischi di avere ripercussioni negative se si calca troppo la mano sulla riduzione delle spese ai danni dei dipendenti pubblici.
La Corte dei Conti ammonisce quindi il Governo, e il Ministero della Pubblica Amministrazione in particolare, sulle possibili conseguenze della spending review che andrebbero a intaccare la qualità e l?alto livello delle prestazioni erogate dai funzionari statali negli uffici e negli enti pubblici. Nella relazione si legge infatti che:
«I reiterati tagli lineari agli organici obbligano le amministrazioni a una continua attività di revisione degli assetti organizzativi che impedisce il consolidamento di procedure, competenze e professionalità, con inevitabili, negativi riflessi sulla quantità e qualità dei servizi erogati.»
Da parte del Ministro Filippo Patroni Griffi, tuttavia, arriva una proposta finalizzata a proseguire con la strategia di risparmio facendo si che le prestazioni nella PA si mantengano efficienti, procedendo con ispezioni periodiche a campione secondo un progetto già in fase di sviluppo che coinvolge non solo il dicastero ma anche la Guardia di Finanza e la stessa Corte dei Conti.
La Corte dei Conti, inoltre, focalizza l?attenzione anche su una problematica molto sentita nel settore del lavoro statale, vale a dire le assenze dal lavoro previste dalla normativa sindacale, tra permessi, aspettative e distacchi: si tratta di diritti dei lavoratori che, tuttavia, portano via circa 150 milioni di euro in un anno, come è avvenuto nel 2010.
«Relativamente al 2010 può essere stimata come equivalente all’assenza dal servizio per un intero anno lavorativo di 4.569 unità di personale, pari ad un dipendente ogni 550 in servizio. Applicando a tale dato il costo medio di un dipendente pubblico, il costo a carico dell’erario è stato di 151 milioni al netto degli oneri riflessi.»
La produttività del settore pubblico sarebbe quindi in equilibrio precario, a causa dei tagli ma anche della mancata crescita delle retribuzioni complessive: il gap tra le retribuzioni del settore pubblico e privato si è ulteriormente ridotto tra il 2005 e il 2011, passando da un valore corrispondente all?8% al 2,6%, una differenza destinata a restringersi ancora di più per effetto del blocco della contrattazione collettiva per i dipendenti pubblici fino al 2014.