Scuola: test Invalsi al via tra proteste e polemiche

di Teresa Barone

11 Maggio 2012 11:15

Anche quest'anno molti studenti italiani sono alle prese con i test Invalsi, sostenuti dal Ministro Profumo ma osteggiati da diverse sigle sindacali, e dagli stessi studenti.

Sono due milioni gli studenti italiani coinvolti nelle prove Invalsi, i quiz nazionali standardizzati finalizzati a testare la preparazione dei giovani in italiano e matematica: il calendario prevede la prova di italiano per le classi seconde e quinte della scuola primaria il 9 maggio, mentre il 10 maggio si è svolta la prova di italiano e matematica per la prima classe della scuola secondaria di primo grado e l’11 maggio è la volta della prova di matematica per la seconda e quinta classe della primaria. Il 16, infine, è prevista la prova di italiano e di matematica negli istituti superiori.

I test Invalsi sono tuttavia accompagnati da una scia di polemiche, e da numerose proteste che potrebbero sfociare un uno sciopero indetto dai Cobas proprio per la giornata conclusiva delle prove. Contro i test si schierano anche altre sigle come Gilda e Flc Cgil, e non mancano i pareri negativi di molti degli insegnanti di sostegno e degli stessi studenti delle scuole superiori.

A considerare le prove Invalsi come una risorsa per la scuola italiana, in grado di testare la cultura degli studenti e trarre beneficio dai risultati per progetti futuri, è invece il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo:

«L’Italia ha bisogno della valutazione: solo guardandosi allo specchio il paese può migliorarsi. La carenza di cultura della valutazione di cui soffre il paese ci sta penalizzando nei confronti internazionali ».

Il Ministro è intervenuto anche per quanto riguarda le proteste mosse nei confronti delle prove Invalsi, lanciando un monito per gli insegnanti e invitandoli a considerare i test come un possibile aggiornamento per migliorarsi in campo professionale, a vantaggio dell?istruzione stessa.

«Anche lo scorso anno ci fu un movimento di questo tipo. Ma alla fine solo lo 0,13% non ha partecipato. Agli insegnanti dico che solo attraverso una fotografia corretta e trasparente della situazione attuale possiamo cercare di migliorare la scuola. Per questo li invito a partecipare, anche contribuendo a migliorare il processo di valutazione con le loro osservazioni, fornendoci il loro feedback per avviare un processo migliorativo. Chiudersi non serve a nessuno».

Per il prossimo anno, intanto, si parla già di novità e cambiamenti, tra i quali l?introduzione di più materie, in particolare discipline scientifiche e inglese, e soprattutto l?avvio di una procedura di valutazione telematica.