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i2010, iniziativa europea sull’e-inclusione

di Stefano Pierini

Pubblicato 12 Novembre 2008
Aggiornato 12 Giugno 2018 09:48

Democrazia, partecipazione e fruibilità dell'ICT per tutti sono concetti che vengono ricondotti alla definizione di e-inclusione

Quarto scenario: accessibilità dei siti Web pubblici. Il riferimento è rivolto in gran parte alla fruibilità dei siti da parte dei disabili. A parere della Commissione e a seguito di controlli a campione, sono ancora pochi i siti che ottemperano a questo obiettivo che ha un forte connotato etico e di democrazia reale. Dallo scenario europeo si passa, nel documento, alle varie difficoltà delle varie categorie (utilizzatori, fornitori, PA) a causa delle quali solo in parte si sono raggiunti gli obiettivi di Riga e che devono essere rimosse per avvicinarsi ad essi.

I problemi degli utenti e del Mercato

Gli utilizzatori (e i non utilizzatori)
La situazione è disomogenea, in quanto l’utilizzo delle Tic si è rapidamente espanso nei settori della telefonia mobile e Internet, ma rimangono le seguenti difficoltà:

  • il mercato, ovviamente, ha selezionato le aree geografiche, in funzione del reddito pro-capite;
  • molti servizi richiedono sempre maggiori competenze digitali. Pertanto alcune categorie con bassa istruzione, disoccupate, rischiano di essere emarginate;
  • nel settore istruzione si manifestano disparità nelle dotazioni di connessione a banda larga, si hanno ancora un numero insufficiente di PC e di insegnanti aggiornati;
  • la diffusione di Internet complessivamente è buona ma l’uso regolare (informazione, aggiornamento, orientamento e acquisti, ecc.) non supera il 50% della popolazione europea. Anche qui i dati peggiorano nelle categorie a rischio sociale precedentemente indicate.

I fornitori di servizi
Disomogeneità nella diffusione delle connessioni a banda larga (le differenze sono legate al prezzo d’uso e alla limitata diffusione nelle aree meno remunerative). Le tecnologie e i servizi hanno poca attenzione ai gruppi con minor capacità di utilizzo delle Tic e ciò, a detta della Commissione, non sembra neanche una buona strategia economica, in quanto il settore dell’e-accessibilità può creare un indotto di molti miliardi di euro.

L’Autorità Pubblica
Molte iniziative vengono promosse a tale livello (riconoscimento diritti di accesso, finanziamenti ad hoc) ma per migliorare l’efficienza politica delle azioni il documento segnala:

  • scarsa attenzione al problema dell’e-inclusione nelle politiche sociali, in quelle di innovazione tecnologica;
  • debole coordinamento fra pubblico e imprese private;
  • insufficiente tutela legislativa nell’ambito dei diritti degli utilizzatori che possono rimanere fuori dall’impiego delle Tic;
  • la legislazione nei vari Stati è disomogenea sull’e-accessibilità determinando da parte delle imprese produttrici di software una scarsa attenzione tecnologica.

Le azioni dell’iniziativa europea sull’e-inclusione

A fronte di tali scenari e problematiche la Commissione per l’anno in corso propone:

  • una campagna di sensibilizzazione specifica (“e-inclusion, be part of it”) basata sulla disseminazione di buone pratiche e di eventi sull’argomento;
  • a fine 2008 una conferenza, per il confronto su ciò che è stato realizzato (potrebbe essere istituito un premio europeo per una buona prassi sull’e-inclusione) e verificare se è necessario una modifica nell’approccio al problema.

Onde creare iniziative coordinate e di maggior impatto la Commissione propone varie modalità operative in tre ambiti:

  1. offrire a tutti la possibilità di partecipare nella Società dell’ICT;
  2. accelerare la partecipazione attiva dei gruppi a rischio;
  3. integrare le azioni nel settore dell’e-inclusione con obiettivi e indicatori di lungo termine.