Fiat, 34 nuovi modelli entro il 2014

di Barbara Weisz

21 Aprile 2010 15:45

C'è anche lo spin-off: Cnh e Iveco si separano dall'Auto. Il piano prevede di incrementare le vendite nei paesi emergenti. Nuove tecnologie per l'auto ecologica. Risultato del trimestre vicino al pareggio, confermati i target 2010

Nel 2014 Fiat venderà sei milioni di auto. È l’obiettivo indicato dal Lingotto che oggi ha presentato il piano industriale per il prossimo quinquennio. Il fatturato dell’auto quest’anno arriverà a 26,6 mld e poi in pratica raddoppierà al 2014, raggiungendo i 51 miliardi.

Previsti 34 nuovi modelli, di cui due terzi prodotti da Fiat, il resto da Chrysler. Come previsto, il buiness plan prevede un significativo sviluppo nei mercati emergenti, a partire all’America Latina. C’è anche l’atteso spin off: il gruppo scorporerà le attività di Iveco e Cnh dall’Auto. La nuova società si chiamerà Fiat Industrial e sarà quotata in Piazza Affari. Il titolo, che in giornata perdeva terreno dopo i forti guadagni di ieri, ha invertito la rotta dopo l’annuncio dell’atteso scorporo.

Quanto ai conti, il Lingotto incassa un risultato netto vicino al pareggio e conferma i target per l’anno in corso. Per quanto riguarda un po’ più nel dettaglio il piano, fra gli altri punti fondamentali il rilanco dell’Alfa Romeo e della Lancia, la leadership europea per le bassi emissioni di Co2. Particolarmente robusta la crescita in Brasile, dove Fiat prevede di aumentare le vendite del 6,5% arrivando a 1,025 milioni di vetture, portando la propria quota di mercato al 23,8%. Quest’ultima è attualmente più alta, pari al 24,5%, ma si diluirà in considerazione di un forte incremento del mercato auto in Brasile, visto in crescita del 7,4%. Gli altri obiettivi di quota di mercato nei paesi emergenti: India 5%, Russia 7%, Cina 2%.

Quanto allo sviluppo tecnologico, in programma c’è un nuovo motore turbo TwinAir che taglia le emissioni fino a 24%. Un ulteriore passo avanti nell’adozine di motori piccoli ad alte prestazioni ma ad emissioni molto basse. E vediamo i conti. Il primo trimestre si è chiuso con una perdita netta di 21 milioni di euro, in crescita rispetto al rosso di 411 mln dell’analogo periodo 2009. La gestione ordinaria è in utile per 352 milioni, da un negativo di 48 milioni. I risultati sono superiori alle attese del mercato, che prevedeva una perdita netta di 40 milioni e un attivo della gestione ordinaria a 345 milioni. Il fatturato è salito del 14,7% a 12,9 miliardi, grazie alla «crescita dei volumi di tutti i business».

Per quanto riguarda l’auto, ricavi in crescita del 22,1% a 6,8 miliardi (che arrivano a 7,3 mld, +20%, includendo anche Maserati e Ferrari). Utile della gestione ordinaria è stato di 153 milini, da una perdita di 30 mln del confronto. Il risultato di Maserati e Ferrari è salito a 196 mln dai 27 del primo trimestre 2009.

Quanto ai dati finanziari, indebitamento netto industriale a 4,7 mld di euro, in aumento di 0,3 mld da fine 2009 «per effetto dell’aumento stagionale del capitale di funzionamento». Il gruppo ha liquidità di 11,2 miliardi, in calo dai 12,4 di fine 2009, un ribasso limitato quindi «nonostante il rimborso nel corso del trimestre di un bond da un miliardo di euro». L’outlook: il gruppo conferma gli obiettivi per il 2010 di ricavi sopra i 50 miliardi, utile della gestione ordinaria fra 1,1 e 1,2 mld, utile netto vicino al break even e indebitamento netto superiore ai 5 mld. Previsto un ritorno a un livello normalizzato di investimenti con un aumento del 30-35%.

Il Lingotto «si attende per tutti i settori una performance migliore rispetto all’anno scorso, con l’eccezione del business delle automobili, la cui performance risentirà negli ultimi tre trimestri dell’anno della riduzione e/o eliminazione dei programmi di eco-incentivi a sostegno della domanda in Europa Occidentale».

Chrysler ha chiuso il trimestre con un utile operativo di 143 milioni e ha visto crescere la quota di mercato negli Usa al 9,1% dal precedente 8,1. In cassa ha una liquidità di 9,8 mld.

L’investor day di Fiat si è aperto con Marchionne che ha voluto «ringraziare pubblicamente» Luca Cordero di Montezemolo, il presidente dimissionario, per poi chiamare sul palco il successore, John Elkann.

Per il più giovane presidente della storia del Lingotto, una vera standing ovation. Elkann oggi, fra le altre cose, incassa anche un articolo incoraggiante del Financial Times. Paul Betts, nella European View del prestigioso quotidiano londinese ha parole di elogio per «il nuovo approccio di Elkann» già evidenziato in questi anni e osa una parafrasi del Gattopardo: se la nomina di un erede degli Agnelli al vertice Fiat può sembrare un ritorno al passato, questo è invece il caso in cui tutto resta uguale affinchè tutto cambi. Certo, è l’Italia non come l’avevamo conosciuta fino ad oggi».