Le borse brindano al maxi piano europeo

di Barbara Weisz

10 Maggio 2010 14:30

Listini europei in gran recupero, Milano vola del 10%, corre anche Wall Street. É il sì dei mercati al piano Ecofin da 750 mld di euro

La più grossa operazione finanziaria della storia dell’Unione Europea fa volare le borse. Il piano salva crisi da 750 miliardi di Bruxelles ha fatto segnare rialzi ovunque intorno al 5%, con punte su alcuni listini, come Milano, al 10%.

Una giornata borsistica con pochi precedenti, dopo che la settimana scorsa le piazze finanziarie avevano bruciato 440 miliardi. Il piano Ecofin è stato deciso al termine di un lungo weekend che ha visto ministri finanziari, capi di governo e banchieri centrali del Vecchio Continente impegnati in una trattativa no-stop, lunga e delicata, per sostenere l’euro travolto dalla crisi greca e dai timori di un contagio. E c’è stato anche un poderoso intervento della Bce, che ha attivato insieme alle altre banche centrali quella che gli economisti hanno già battezzato come “opzione nucleare”: l’acquisto di titoli di stato, pubblici e privati, di Eurolandia.

L’azione congiunta delle banche centrali è iniziata questa mattina. La Bce la notte scorsa, intorno alle 3, aveva ufficialmente comunicato l’intenzione di acquistare bond per «riattivare un appropriato meccanismo di trasmissione della politica monetaria e far fronte al cattivo funzionamento dei mercati finanziari». E oggi sono partite le operazioni, a cui prende parte anche la Banca d’Italia. La Bce ha anche deciso altri interventi e sta collaborando con la Federal Reserve americana per assicurare la liquidità in dollari. 

E veniamo al pacchetto anticrisi deciso dall’Ecofin. Gli stati dell’euro mettono a disposizione 500 miliardi, mentre altri 250 circa arrivano dal Fondo Monetario Internazionale. A sorprendere positivamente i mercati è stata l’entità, notevole, del piano anticrisi. Dopo i tentennamenti della scorsa settimana, l’Europa ha messo in campo cifre che calmano gli animi di chi temeva un tracollo sotto il peso dei debiti degli stati più deboli. Secondo gli economisti, se del tutto ipoteticamente anche Spagna, Portogallo e Irlanda avessero bisogno di un salvataggio come quello greco, servirebbero 500 miliardi.

Nel dettaglio, il pacchetto è così articolato: 440 mld in garanzie bilaterali dai paesi di Eurolandia, 60 miliardi per uno scudo antispeculazione con cui la Commissione potrà raccogliere prestiti offrendo come garanzia fondi comunitari a favore degli Stati in difficoltà. L’Ecofin ha chiesto a Spagna e Portogallo manovre aggiuntive per la riduzione dei rispettivi deficit pari all’1,5% quest’anno e al 2% per il 2011, entrambi i paesi hanno acconsentito.

L’accordo fra i ministri finanziari di Eurolandia è giunto al termine di una riunione fiume, che si è protratta fino a notte fonda. Erano le due e mezza di notte quando il commissario agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn e il presidente di turno, Elena Salgado, hanno annunciato il piano (a cui non partecipa la Gran Bretagna), al termine di un weekend trascorso fra negoziati frenetici, con decine di incontri bilaterali, due telefonate del presidente americano Barack Obama alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al presidente francese Nicolas Sarkozy.

E oggi, l’attesa prova dei mercati è andata molto bene. Intorno alle 15,30 del pomeriggio, a Milano il Ftse Mib guadagnava più del 10% e l’all share era sopra il 9%, mentre Londra, Francoforte e Zurigo viaggiavano fra il 4 e il 5%, Parigi  sopra l’8%. A guidare i rialzi, Madrid con un balzo del 12% e Atene, sopra l’11%. E anche Wall Street ha aperto sotto il segno del Toro, con il Dow Jones a +2,08% in avvio e il Nasdaq a +4,6%.

Fra i titoli, particolarmente brillanti le banche (oltre il 13% l’indice di settore europeo, a MIlano Unicredit e Intesa salgono di oltre il 18%). Rasserenato anche il mercato dei titoli di stato, con i bond dei i paesi europei che riducono lo spread rispetto al bund tedesco. Fa invece fatica l’euro, che dopo aver ripreso vigore in mattinana risalendo sopra quota 1,3 euro, è tornato sotto (1,2969 alla rilevazione della Bce).