Borse e PIL in ripresa. Presentato il patto Ue di Stabilità

di Barbara Weisz

12 Maggio 2010 14:45

PIL, l'Italia cresce più della media Ue ma le nuove regole prevedono maggior coordinamento delle politiche economiche dei vari Stati

Un maggior coordinamento fra i diversi paesi dell’Unione nella stesura dei bilanci pubblici. Controlli più severi e sanzioni per chi sfora i conti pubblici. Un meccanismo che prevenga le crisi, e non costringa invece ad agire nell’emergenza.

Sono i punti cardine della riforma del Patto di Stabilità e Crescita presentato oggi dalla Commissione UE a  Bruxelles. Il testo, trasmesso all’Europarlamento, al Consiglio e alla BCE, dovrà passare al vaglio dei 27 Governi dell’Unione. Nei primi giorni della prossima settimana inizierà il dibattito, con la riunione dei 16 ministri finanziari di Eurolandia lunedì e con i 27 dell’Ecofin martedì. Fra i punti che riguardano maggiormente l’Italia, quello sulla necessità di ridurre il debito.

Intanto oggi dalla Penisola arrivano notizie positive sul fronte macro, con i dati Istat sul PIL, che nel primo trimestre ha segnato un aumento tendenziale dello 0,6%. Una crescita superiore a quelle di Francia e Germania.

Iniziamo con il nuovo patto di Stabilità, che promette di avviare una fase decisiva nella storia dell’Unione Europea.
“La crisi economica global dele ha sfidato gli attuali meccanismi del coordinamento delle politiche economiche dell’Ue e ne ha rivelato le debolezze”. Cosi’ inizia il testo del documento che farà da punto di partenza della riforma in atto.

“Questo è un patto di consolidamento per il rafforzamento dell’economia europea, dobbiamo agire adesso e mostrare credibilità sulle riforme più fondamentali” ha spiegato il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso.

Quattro i punti cardine attorno ai quali ruota la riforma: un più profondo coordinamento delle politiche fiscali e dei conti pubblici. Una sorveglianza economica che prevenga gli squilibri. L’istituzione di un semestre europeo che serva a sincronizzare le politiche economiche dei diversi stati. La creazione di un meccanismo che prevenga le crisi.

Quest’ultimo è un obiettivo di medio-lungo termine (anche perchè è appena stato approvato il maxi piano da 750 miliardi per l’attuale emergenza), mentre l’armonizzazione delle politiche economiche è urgente. All’inizio di ogni anno il Consiglio Europeo fornirebbe delle linee guida per preparare i programmi di Stabilità, che poi dovranno essere vagliati in modo coordinato.
In genere, l’Europa intende essere più severa nel rispetto dei vincoli di bilancio. Previste sanzioni, anche automatiche, per chi non rispetta i parametri. Quanto al debito, per gli Stati che sono sopra il 60% (come l’Italia) non sarà più sufficiente contenere il deficit al 3% del PIL: “è necessario – ha spiegato il commissario Olli Rehn, che il disavanzo – si trovi in una percentuale tale da permettere di sperare in una sufficiente discesa del debito”.

Un’iniezione di fiducia nella moneta unica è arrivata anche dal presidente della BCE, Jean Claude Trichet: “sono più che fiducioso sul futuro dell’euro” ha spiegato il numero uno della Banca centrale rilasciando un’intervista alla radio francese Europe 1, aggiungendo che la moneta unica “non è in discussione”. Semmai il problema è, appunto, “una maggior sorveglianza delle politiche di bilancio“.

Sui mercati, giornata incerta, con un avvio debole di Borsa e poi una virata al rialzo, con gli indici a metà pomeriggio intorno all’1% grazie anche all’avvio positivo di Wall Street.

E veniamo all’Italia, che incassa una buona notizia sul fronte della ripresa: il PIL del primo trimestre ha segnato un progresso dello 0,5% congiunturale (ovvero sull’ultimo quarter del 2009) e dello 0,6% annuo. Una crescita superiore a quella dell’Europa, pari allo 0,2% conginuturale e allo 0,5% tendenziale (dato Eurostat di oggi). Il dato congiunturale è anche migliore di quello di economie forti, come la Francia (0,1%) e la Germania (0,2%). Quest’ultima, pero’ segna una crescita rispetto all’analogo periodo del 2009 pari all’1,7%.