Accordo firmato, almeno sulla carta il progetto della Grande Brera è partito. L’intesa riguarda l’espansione del Museo e dell’Accademia, grazie al fatto che quest’ultima sarà in buona parte trasferita nell’ex distretto militare di Via Mascheroni.
Nessuna separazione fra Pinacoteca e Scuola di belle arti, semplicemente un progetto che permette a entrambe di contare su spazi più ampi, circa tripli rispetto agli attuali. Il protocollo “Per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale della Città di Milano” è stato firmato ieri dal sindaco, Letizia Moratti, dal commissario straordinario per la Grande Brera, Mario Resca e dai ministri della Cultura, Mariastella Gelmini, dell’Istruzione, Sandro Bondi, e della Difesa, Ignazio La Russa. Non è che il primissimo passo di un piano che per realizzarsi deve ancora raccogliere fondi per circa 100 milioni di euro. Obiettivo: terminare entro l’Expo del 2015.
La Moratti sottolinea che l’accordo «fa di Brera uno dei più importanti musei di assoluta eccellenza internazionale e rilancia la sinergia fra Accademia e Pinacoteca, così come l’aveva concepita l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria». Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i riferimenti all’imperatrice austriaca, così come quelli a Napoleone e al Louvre. L’accordo arriva dopo più di 30 anni di dibattiti, discussioni e polemiche sul futuro del polo artistico meneghino.
Il progetto prevede che l’Accademia trasferisca parte delle sue attività nell’area di Via Mascheroni, dove sorgerà un secondo polo con tanto di campus universitario, e l’allargamento del Museo negli spazi lasciati liberi dall’ateneo in via Brera.
In effetti, pur senza cercare il pelo nell’uovo, la Pinacoteca così com’è oggi può rivaleggiare con i grandi musei del mondo per la collezione, che comprende capolavori assoluti del calibro del “Cristo morto” del Mantegna, dello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, della “Sacra conversazione” (la Madonna con l’uovo) di Piero della Francesca, ma certo non per la struttura e per i servizi al pubblico. Così come l’Accademia delle Belle Arti non dispone neanche lontanamente di spazi all’altezza della sua tradizione.
Ora avrà circa 20mila metri quadri in più (contro i quasi seimila odierni), rappresentati dalle due caserme messe a disposizione dalla Difesa, a cui si aggiungono 15mila metri quadri di parco e la prelazione su un terzo lotto da 4mila metri quadrati.
La Pinacoteca, invece, avrà circa 10mila metri quadri in più, e un progetto di ristrutturazione firmato dall’architetto Mario Bellini. L’unica cosa già prevista è la copertura del cortile interno con un tetto di vetro.
A questo punto bisogna passare alla fase di realizzazione, rispettando un calendario che punterebbe a concludere tutto entro il 2015. Bisogna ristrutturare l’area di via Mascherooni, effettuare il trasloco di parte dell’attività dell’Accademia e quindi procedere con la ristrutturazione museale. Ma soprattutto bisogna trovare i soldi. Servono circa 55 milioni di euro per il rifacimento della Grande Brera e altri 40-50 per il nuovo campus. Resca è ottimista, si rivolge a istituzioni locali, privati e fondazioni e ricorda che «un euro investito in cultura ne rende anche dieci».
Brera oggi è visitata da circa 200mila persone all’anno, e l’obiettivo è di arrivare almeno a un milione a progetto ultimato. Napoleone forse resterebbe comunque deluso, visto che nella sua immaginazione la Pinacoteca milanese doveva rivaleggiare con il Louvre, che di visitatori ne colleziona otto milioni e mezzo ogni anno.