Fra le dieci città più popolose d’Italia solo una, Bologna, è presente nella top ten delle città che vantano il miglior ecosistema. Per il resto, le metropoli non solo non figurano nei gradini più alti dell’annuale classifica sulle “città pulite” realizzata da Legambiente e dall’istituto di ricerche Ambiente Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, ma nella quasi totalità dei casi perdono posizioni rispetto allo scorso anno. Le città del meridione monopolizzano gli ultimi gradini della classifica, ma emergono delle eccezioni, con una pattuglia di centri urbani del sud e delle isole più nutrito che in passato nella prima metà della graduatoria.
Il primo posto spetta a Belluno, che supera Verbania, la capolista del 2009 quest’anno in seconda posizione. La città veneta vanta la terza vittoria nelle ultime quattro edizioni, e risulta vincente soprattutto grazie ai capitoli relativi ai rifiuti urbani prodotti, al tasso di motorizzazione per le due ruote, all’andamento della raccolta differenziata. Quest’ultima funziona molto bene anche a Verbania, che ottiene ottimi risultati in materia di isole pedonali, zone a traffico limitato, concentrazione di polveri sottili. Al terzo posto si conferma Parma, grazie alla capacità di risposta delle amministrazione locali, alle politiche energetiche, alla pianificazione e partecipazione ambientale. Tutte e tre le città più pulite sono avanzate nell’eco management.
Proseguendo nella top ten si incontrano, nell’ordine, Trento, Bolzano, Siena, La Spezia, Pordenone, Bologna e Livorno, con due sole variazioni rispetto all’anno scorso rappresentate dagli ingressi di Livorno, che era dodicesima, e Pordenone, che guadagna una trentina di posizioni.
Quanto alle metropoli della Penisola, se già non brillavano ora perdono ulteriormente terreno. Roma è 75esima (da 62esima), Milano 63esima (da 46), Napoli scende al 96esimo posto (da 89) Palermo al 101esimo (da 90). L’unica a rosicchiare qualche gradino è Torino, che però con il 74esimo posto (da 71) resta nella seconda metà della classifica che comprende i 103 comuni capoluogo di provincia.
Fra le città del Sud, che monopolizzano la parte bassa della graduatoria, si registra un miglioramento. Fra le prime 30 salgono Salerno, 19esima, Oristano, 22esima, Potenza, 26esima, e Avellino, 29esima, mentre nel 2009 c’era solo Cagliari, che ora ha perso una ventina di posizioni. Da segnalare che quelle di Oristano e di Avellino sono le migliori performances in termini relativi, con progressi rispettivamente di 52 e di 51 gradini, seguite da Isernia, 52esima con un progresso di 43 caselle, e Sondrio, 35esima (+38). Viceversa, il peggioramento più evidente si incontra a Lecco, 79esima (-49), seguita da Rieti, -46, e Campobasso, -31.
I fanalini di coda sono, dal basso verso l’alto, Catania, Crotone, Palermo, Latina, Vibo Valentia, Trapani, Agrigento, Napoli, Messina e Frosinone (una rappresentante settentrionale).
Se questa è a grandi linee la fotografia delle città, negli ultimi giorni è uscita anche un’altra classifica ambientale, relativa alle coste e firmata da Italia Nostra. Riguarda 50 casi di “paesaggi sensibili” particolarmente a rischio. I tre casi che indossano la maglia nera? Golfo di Teulada (Cagliari), costa di Savona, coste amalfitana-sorrentina-cilentina. In genere, le tre regioni in cui si evidenziano le situazione più gravi sono Sardegna, Liguria e Campania. Fra i mali che colpiscono le nostre coste, l’erosione, spesso causata dai porti o dalle infrastrutture, le costruzioni sui litorali, l’abusivismo.