Una serie di trimestrali relativamente positive da parte delle compagnie aeree europee. Oggi British Airways, che si avvia a completare la fusione con Iberia entro il gennaio 2011, ha comunicato il primo semestre in utile dopo due anni di bilanci in rosso, e ha superato le attese del mercato.
Due i fattori che hanno spinto il risultato: il taglio dei costi (non quelli relativi al carburante) e l’aumento del fatturato, alimentato in particolare dall’incremento di domanda nella classe premium.
Nel periodo da aprile a settembre il vettore britannico ha segnato un utile netto di 107 milioni di sterline, pari a circa 122 milioni di euro, che si confronta con la perdita di 217 milioni di sterline dell’analogo periodo 2009. Si tratta di un risultato più che doppio rispetto alle stime, che erano pari a 41,5 milioni di sterline. L’utile prima delle tasse è stato pari a 158 milioni di pounds, contro il rosso di 292 milioni del confronto. Il fatturato ha segnato un rialzo dell’8,4% a 4,4 miliardi di sterline. Nel periodo sono stati tagliati costi operativi pari all’1,5%. Quanto al traffico passeggeri, evidenti progressi per la prima classe e per la business.
Nei giorni scorsi il partner Iberia ha comunicato un terzo trimestre in utile per 74 milioni di euro, e un risultato dei primi nove mesi dell’anno a 53 milioni, dopo due anni di perdite. Anche Lufthansa ha migliorato le stime, con un utile netto nei primi nove mesi a 524 milioni, circa 16 volte superiore ai 31 mln del confronto, e sopra i 286 mln previsti dal mercato. Il fatturato è salito a 20,2 mld, +24,9%.
Infine, terzo trimestre positivo anche per Alitalia, che ha segnato un utile netto a 39 milioni. In genere, il trend del settore vede una ripresa, più consistente rispetto alle previsioni di quelache mese fa, anche se le turbolenze continuano a consigliare prudenza. Il segmento che assicura i guadagni maggiori alle compagnie, in linea con quanto succede in British Airways, è quello delle classi premium, le più costose. La Iata prevede per l’intero anno un profitto per l’intero settore intorno agli 8,9 miliardi. La domanda dei viaggi premium è cresciuta del 17% rispetto ai minimi del 2009.