La trattativa è stata lunga e a tratti difficile, ma alla fine l’accordo è arrivato. E’ il primo contratto di lavoro della Chrysler targata Fiat. L’azienda guidata da Sergio Marchionne e la Uaw (United Automobile Workers), il sindacato presieduto da Bob King, ha raggiunto un’intesa preliminare che ora dovrà passare al voto dei lavoratori.
Molto in sintesi, il sindacato ha acconsentito a bonus più bassi rispetto a quelli spuntati nelle altre due grandi fabbriche di Detroit, Gm e Ford, e ha rinunciato al tetto nel rapporto fra vecchi e nuovi assunti, l’azienda ha promesso nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro.
Il salario d’ingresso aumenterà dagli attuali 14 dollari l’ora a 19,28 dollari entro il 2014 (i dipendenti più anziani guadagnano circa 28 dollari l’ora). Previsto un bonus una tantum di 3500 dollari, che sarà pagato in due parti: 1750 subito e altrettanti legati al raggiungimento di determinati target finanziari. I dipendenti inizieranno a ricevere una compartecipazione agli utili di 1250 dollari quando Chrysler raggiungerà un utile di 1,25 mld di dollari, e raggiungeranno i 12mila dollari se il profitto sarà di 12 miliardi.
Sostanzialmente, l’incremento del salario d’ingresso è lo stesso contrattato anche in Ford e Gm, mentre sono più bassi i bonus (in Ford 16mila dollari, in Gm un po’ meno).
L’azienda si è impegnata a investire 4,5 miliardi e a creare 2100 posti di lavoro entro il 2015 (per avere un paragone, in Ford gli investimenti sono di 16 miliardi, i nuovi posti previsti 12mila).
«Questo accordo preliminare aggiunge un ulteriore impulso alla creazione di posti di lavoro e ai nostri sforzi per ricostruire l’America aggiungendo 2.100 nuovi posti entro fine 2015 a una comunità in tempesta sulla scia della crisi economica nel Paese» ha sottolineato Bob King. Il sindacato calcola che Chrysler, Gm e Ford assieme creeranno in quattro anni 20mila posti di lavoro, che arrivano a 180mila contando anche l’indotto rappresentato da componentistica e altri settori dell’industria manifattueriera. Il suo vice General Holifield ha aggiunto che «l’accordo rappresenta l’ultima svolta in ordine di tempo per Chrysler» che «ha dichiarato fallimento solo pochi anni fa e grazie ai grandi sacrifici dei lavoratori della Chrysler membri della Uaw, agli aiuti federali e al sostegno dell’amministrazione Obama, Chrysler ha ripagato i prestiti completamente».
Critiche dal sindacato italiano che i contratti Fiat, invece, non li ha firmati, ovvero la Fiom. «La Fiat investe solo negli Usa» commenta Maurizio Landini, segretario generale dei metalmeccanici della Cgil, che conferma lo sciopero dei lavoratori del gruppo Fiat il 21 ottobre, con una manifestazione a Roma.