La Panda torna in Italia, a Pomigliano, e la Fiat ha un nuovo contratto di lavoro. Nel giro di 24 ore, al Lingotto è stato portato a compimento il cammino intrapreso più di un anno fa, con la firma di quel contratto di Pomigliano sulla base del quale l’ad Sergio Marchionne ha riportato la produzione della Panda in Italia (da Vichy, in Polonia) e proseguito poi con le intese di Mirafiori e di Grugliasco, con l’uscita della Fiat da Confindustria, con la disdetta da parte dell’aziende del contratto nazionale dei metalmeccanici.
E siamo, appunto, agli ultimi due giorni: ieri, 13 dicembre, la firma di un nuovo contratto aziendale, che però come già successo con le intese di Pomigliano e Mirafiori, non è stato siglato dalla Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil. E oggi, il lancio della nuova Panda a Pomigliano stabilimento che rienterà a regime «nella primavera del 2012» ha specificato lo stesso Marchionne.
Partiamo dal capitolo più delicato, quello del contratto, intorno al quale come detto si sono consumate negli ultimi mesi una spaccatura sindacale, fra le sigle confederali, e anche una “scissione” confindustriale che rappresenta un fatto eclatante nella storia industriale del paese.
L’impianto è quello del contratto di Pomigliano, con 18 turni settimanali, il tetto straordinari che sale da 40 a 120 ore, la pausa mensa spostata a fine turno, la penalizzazione per le malattie brevi e frequenti a cavallo di festività, e le nuove regole sulla rappresentanza sindacale. Che, di fatto, visto che la Fiom non ha firmato il contratto, la escludono da tutti gli stabilimenti Fiat.
Per contro, ci sono dei miglioramenti, anche rispetto al contratto di Pomigliano, relativi allo stipendio: un premio di 600 euro per tutti i dipendenti nel 2012 (anche per coloro che sono in cassa integrazione), un aumento sulla paga base che può arrivare al 5,2%, l’introduzione di un sesto scatto di anzianità quadriennale, che si aggiunge ai cinque biennali già previsti, un aumento dal 50 al 60% dello straordinario del sabato. Fiat ha anche aumentato dello 0,5% il contributo aziendale alle pensioni integrative (per operai, impiegati e quadri). Infine, un meccanismo di premi che prevede 200 euro in busta paga quando lo stabilimento diventa “silver” e di 500 euro quando sale a “gold”: in pratica, un premio alla produttività della fabbrica.
Questo, in estrema sintesi, lo schema del contratto che sarà applicato dal prossimo primo gennaio 2012 agli 86mila 200 dipendenti Fiat che lavorano in circa 60 stabilimenti distribuiti in 14 regioni italiane. L’intesa soddisfa i sindacati firmatari (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri), ma non la Fiom-Cgil.
La Fiom resta contraria a tutte le novità introdotte dal contratto in tema di orari, pause, malattia e diritti sindacali e critica anche la parte retributiva: gli aumenti sono dovuti alla sistemazione di voci già esistenti, il premio di 600 euro viene definito «un imbroglio» in quanto legato alla «effettiva prestazione di lavoro di non meno di 870 ore in sei mesi». Secondo il segretario della Fiom, Maurizio Landini, con l’accordo «cambia la natura del sindacato confederale in Italia» e «chi firma accetta di ridursi al ruolo di sindacato aziendale e corporativo». La segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, aggiunge: «L’accordo impone e propone il tema della modifica dell’Articolo 19 dello Statuto dei lavoratori (che riguarda la costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali, n.d.r.)».
Sul fronte aziendale, Sergio Marchionne ritiene l’intesa «una svolta storica» per l’azienda e i lavoratori che «segna un significativo milgioramento per tutti».
Marchionne, oggi a Pomigliano per presentare la partenza della nuova Panda, risponde anche alla Camusso: «non voglio entrare nel merito della richiesta della Cgil di modificare l’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori. Non è cosa nostra, noi facciamo auto». Il Ceo del Lingotto conferma la soddisfazione per l’intesa che «sarà la base del futuro dell’azienda» e precisa di aver cercato un punto di accordo anche con la Fiom, che però secondo lui ha portato avanti un discorso ideologico.
E siamo alla nuova Panda nella nuova Pomigliano. Il gruppo punta a vendere 230mila Panda nel 2012, fra il modello vecchio e quello nuovo. Pomigliano andrà a regime della primevra del 2012 e riassorbirà i circa 4.700 lavoratori in cassa integrazione.
Il discorso di Marchionne ha voluto essere un’iniezione di fiducia per la fabbrica ma anche per l’Italia, in questa difficile fase economica. Un paese sul quale Fiat dichiara di voler continuare a puntare, e che anzi deve essere un «pezzo fondamentale» del mosaico rappresentato dalla Fiat e dal suo futuro globale.
Marchionne parla dell’Italia «che lavora» e che «vince le sfide», di un paese «pieno di risorse preziose, di talento e di creatività» e lancia la sfida: pur fra le «mille difficoltà di oggi» rappresentate dalla crisi, si può raccogliere la «grande occasione» di attingere a quella cultura del fare che, secondo l’ad Fiat, può «guidare l’Italia verso una nuova fase di crescita economica». Staremo a vedere.