Brutte notizie sul fronte dell’occupazione e sopratutto per quanto riguarda la fascia di età tra i 15 e i 34 anni: i dati ufficiali resi noti dall’Istat mostrano che in 3 anni il numero di lavoratori giovani è sceso di poco più di 1 milione di unità, passando da dai 7,1 milioni registrati nel 2008 ai 6,05 del 2001, con una diminuzione del 14,8%.
Il calo è stato continuo e inarrestabile dal 2008 a oggi e, si teme, non riprenderà a salire con il 2012: tra il 2010 e lo scorso anno ha raggiunto le 233mila unità mentre se si considera la fascia di età ancora più “giovane”, vale a dire quella tra i 15 e i 24 anni, la diminuzione nel triennio in esame è stata di 303mila unità i meno, pari a un -20,5%, al punto che attualmente un giovanissimo su 3 non lavora. O almeno non lo fa in maniera ufficiale: i dati Istat sulla disoccupazione di febbraio mostrano che fra gli under 24 il tasso parla di 31,9% contro il 9,3% della media italiana, in aumento rispetto alla media del 2011 quando il totale nazionale in questa fascia di età fu del 29,1% (27,1% per i maschi e 32% per le femmine), con una media del 21,1% al nord, del 28,9 al centro e del 40,4 al sud.
A proposito di quest’anno, le stime effettuate dalla Uil indicano che si perderanno circa 200mila posti di lavoro.
Va meglio invace alla fascia di età più vicina alla pensione, ossia quella tra i 55 e i 64 anni: in questo caso gli occupati sono aumentati del 15% nell’arco di 3 anni, passando dai 2,46 milioni di unità del 2008 fino ai 2,84 milioni del 2011. Le cose vanno particolarmente bene alle donne con più di 55 anni, soprattutto a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile in seguito alla sentenza della Corte di Giustizia europea che ha imposto di rendere uguali i criteri tra i 2 sessi: per questo motivo le occupate sono aumentate di 202mila unità, con un incremento percentuale di 23 punti contro il +11% dei lavoratori maschili pari età, il cui numero è cresciuto di 174mila unità.
Mentre in Italia si combatte contro il calo di occupati – soprattutto tra i giovani – dagli Stati Uniti arrivano notizie di segnale opposto, anche se non del tutto positive: nel mese di marzo sono stati creati 120mila posti di lavoro e la disoccupazione è scesa all’8,2%. Gli analisti non sono tuttavia completamente ottimisti, visto che si aspettavano un mercato del lavoro più dinamico, con la creazione di oltre 200mila posti di lavoro, come era puntualmente avvenuto nei 3 mesi precedenti.