In occasione di una tavola rotonda organizzata da Business International, il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, ha parlato della crisi economica e di come cercare di superarla. La ricetta? “Lavorare di più e produrre di più, dato che questo livello salariale è insostenibile” ha detto laconico.
“L’Italia ha 2 possibilità: o si consuma di meno o si lavora e si produce di più, ricordandoci che dobbiamo anche dininuire il nostro tenore di vita”. Il 68enne economista membro dell’Esecutivo Monti ha infatti suggerito di diminuire di una settimana all’anno il numero di ferie, adeguandoci a molti Paesi stranieri e determinando una ripresa degli investimenti, cui seguirebbe un aumento dell’occupazione e infine una crescita della domanda interna.
Nel suo intervento ha poi sottolineato che “questa crisi che il Paese sta vivendo non è figlia di un destino cinico ma dipende dai vizi della società italiana. In passato abbiamo potuto vantare uno dei più alti tenori di vita: ora bisogna che ci rimbocchiamo le maniche e che lavoriamo come gli altri. E’ impensabile che i dipendenti medi lavorino solo 9 mesi l’anno e che gli altri 3 mesi vadano via in occupazioni di altra natura: non ce lo possiamo permettere”. Il membro del governo ha spiegato nei dettagli tale situazione, prendendo a esempio un’azienda metalmeccanica, dove un lavoratore ha diritto a 5 settimane all’anno di ferie, cui si aggiungono 15 permessi obbligatori, una dozzina di feste infrasettimanali e in media una decina di giorni all’anno tra malattie e scioperi.
Riguardo al licenziamento e alla mobilità degli statali, Paolillo ha nuovamente caldeggiato il ricorso alle norme che già ci sono e che prevedono queste 2 misure, anche se non sono mai state applicate. “Dopo 2 anni di mobilità con l’80% dello stipendio e in caso di eccedenza di personale – precisa – i dipendenti in esubero devono accettare un’altra destinazione o un altro lavoro, pena il licenziamento”.
Pronta la risposta del sindacato Cisl: “Sparare numeri nel tentativo di creare confusione significa solo alimentare un vergognoso teatrino mediatico sulle spalle dei lavoratori, identico a quello degli esodati. E’ ora di smetterla e di concentrarsi seriamente sui temi della crescita”.