Continua con improvvisi colpi di scena la vicenda dello stabilimento di Termini Imerese, dove il gruppo Fiat – a partire dal 31 dicembre scorso – ha interrotto la produzione di auto ritenendo il sito non sufficientemente redditizio. Da allora si sono fatti avanti diversi gruppi industriali pronti a rilevare la catena di montaggio per produrre altri beni. L’azienda che alla fine era stata scelta per entrare al posto del Lingotto era DR Motor, la Casa auto molisana che si impegnava a portare a regime il plant entro il 2017 riassorbendo una buona parte dei 2200 dipendenti ora in cassa integrazione. Ma la società di Massimo Di Risio è stata infine esclusa dal ministero dell’Economia perché non trovava un partner, finanziario o industriale che fosse nonstante il management di DR Motor sostenesse di esserci molto vicino.
Ora, però, c’è una novità: il giorno 11 luglio, il costruttore auto cinese Chery visiterà lo stabilimento di Termini Imerese e incontrerà i vertici di DR Motor per cercare di definire un accordo di partnership che porti a rilevare il sito produttivo alle porte di Palermo e, sperano i sindacati e i lavoratori, ad assorbire colletti bianchi e tute blu.
In particolare, Massimo Di Risio e Zhou Bi Ren faranno una visita dei capannoni industriali per “per definire gli accordi di partnership relativi all’acquisizione dello stabilimento siciliano” come dice una nota della stessa azienda molisana che ha spiegato di continuare “a lavorare alla ricapitalizzazione necessaria per poter attuare il proprio piano industriale”.
Mentre Chery potrebbe venire a produrre in Italia, Fiat inaugura in Cina un nuovo stabilimento dal quale uscirà la Viaggio, l’auto progettata e disegnata soprattutto per il mercato locale anche se le vetture che usciranno da questo sito saranno esportate in Europa e America. Questo impianto è stato realizzato grazie a una joint venture con Gac (Guangzhou Automobile Company) a Changsha, nella provincia centro-meridionale dello Hunan e ha una superficie di 750.000 metri quadrati. Il piano industriale di Sergio Marchionne prevede una produzione iniziale di 140.000 auto all’anno per poi salire a 250mila nel giro di 2-3 anni.
In queste prime fasi vi lavorano 1.800 dipendenti (con un’età media di appena 21-22 anni) che diventeranno 3.000 a fine anno.